Oristano 29 Settembre 2015
Cari amici,
Un lungo
percorso professionale quello di Ettore Angioni, durato cinquant’anni, nel
quale ha saputo coniugare, da rotariano DOC, etica e dovere. Un connubio
importante, un ‘Fil Rouge’ che
dovrebbe sempre unire l’attività professionale di ogni rotariano. Di questa
vita dedicata al servizio Ettore ha voluto lasciare una “traccia” importante, mettendo nero su bianco il suo percorso.
L’illustre
magistrato Ettore Angioni, figura carismatica e molto nota della Magistratura
sarda, dopo aver lasciato il servizio attivo, ha voluto pubblicare un interessante
libro sul suo percorso di vita, che porta per titolo “La mia vita in magistratura, un viaggio durato cinquant’anni
1965-2015”, editore Carlo Delfino; Ettore è stato per molti anni rotariano
nel club di Cagliari Est, dove è stato Presidente nell’A.R. 1992-93.
La
presentazione del suo interessante libro ad Oristano è avvenuta Venerdì scorso
25 Settembre, nei locali della concessionaria Citroen di Sebastiano Salvietti,
che festeggiava nell’occasione l’importante anniversario (1955-2015) dei 60
anni di storia di Citroen Ds: anche per la famosa casa automobilistica francese
oltre mezzo secolo di “servizio”. L’evento è stato coordinato da Giovanni
Dettori, Direttore Rai Sardegna e da Ottavio Olita, giornalista e scrittore,
con la presenza anche dell’editore Carlo Delfino, rotariano del club di Sassari.
Un nutrito e
qualificato pubblico ha fatto da cornice all’interessante manifestazione: dai
vecchi amici che Ettore Angioni continua ad annoverare non solo ad Oristano ma
in tutta l’Isola, ai rappresentanti odierni delle Istituzioni, Prefettura,
Carabinieri, Onorevoli e Manager di aziende pubbliche e private. Dopo un
cordiale scambio iniziale di saluti, la serata ha preso il via con
l’introduzione di Ottavio Olita, che, da esperto giornalista, ha fatto un
quadro preciso della figura del grande magistrato, con il quale in passato si
era tante volte confrontato come esponente del mondo della comunicazione. Ha
ricordato anche episodi curiosi, che il magistrato ha puntualmente confermato,
aggiungendo anche delle precisazioni. Olita ha poi passato la parola all’autore
del libro, ponendogli provocatoriamente alcune domande, in particolare una:
quale, delle varie funzioni ricoperte, lo avesse particolarmente appagato nella
sua lunga vita lavorativa.
Angioni, con
la sua calma serafica, non ha voluto dare una risposta telegrafica, ma ha
voluto, prima, fare un breve excursus della sua carriera. E’ partito dalla sua
prima esperienza pretorile, mansione ritenuta da Lui “formativa”, che crea nel
futuro magistrato le basi di partenza, di preparazione professionale; Lui
iniziò proprio da Pretore, a ventiquattro anni, a metà degli anni Sessanta del
secolo scorso, seguendo un lungo percorso che egli stesso ha definito un viaggio durato cinquant´anni nel
tormentato, complesso, vitale e affascinante mondo della giustizia!
Cinquant´anni
che hanno visto cambiamenti epocali, in particolare nel delicatissimo settore
giudiziario, con la scomparsa, via via, di figure mitiche, come quella prima
ricordata del Pretore, certamente fondamentale nel panorama giudiziario, così
come quella del giudice istruttore; cambiamenti che hanno visto anche
modificarsi la struttura del processo penale, col passaggio dal modello inquisitorio
a quello accusatorio. Se a tutto questo aggiungiamo poi il veloce evolversi dei
costumi (in primis l’esponenziale crescita dell’uso delle droghe), la grande
libertà conquistata dai giovani, la nascita del terrorismo e la caduta del muro
di Berlino, che ha annullato la divisione del mondo in due blocchi, si può
comprendere quali e quanti patemi d’animo il magistrato Ettore Angioni abbia
dovuto affrontare nel suo lungo percorso professionale.
Sentiero
irto di spine il Suo: quello di un giovane che, partito a 24 anni dalla realtà
di un piccolo e remoto centro dell’Isola, ha infine raggiunto i vertici di
quell´ufficio di Pubblico Ministero, nel quale ha profuso tutte le sue energie
e il suo entusiasmo, in un lungo viaggio durato mezzo secolo. Moltissimi gli
avvenimenti, che Ettore Angioni ricorda nel Suo libro. Vicende a volte curiose
e singolari, con protagonisti imputati ed avvocati, colleghi e uomini delle
forze dell’Ordine, testimoni e semplici cittadini, un grande campionario di
figure, a volte anche patetiche, che hanno lasciato in Lui una traccia
indelebile. I ricordi più vivi, ha detto, sono riferiti al periodo in cui si è
occupato di giustizia minorile (mansione che, dopo quella di Pretore lo ha
maggiormente appagato), precisando che il carcere per i giovani andrebbe in
qualche maniera evitato, pur trovando sistemi per far pagare la colpa commessa.
Al termine dell’incontro tutto il pubblico ha voluto complimentarsi con
l’uomo-magistrato che, con grande serietà ed umiltà, ha svolto una professione
difficile e impegnativa.
Cari amici,
ho conosciuto Ettore Angioni da rotariano: lui appartenente al club di Cagliari
Est (dove è stato Presidente nell’anno 1992-93), io a quello di Oristano. L’ho
salutato volentieri, così come i tanti amici del club che non sono voluti
mancare all’appuntamento, a partire dal Presidente Marco Franceschi, dai Past
President Elio Meloni, Vincenzo Falqui Cao, Armando Virdis, Tonino Barberio,
Mario Cocco, Antonio Sulis, Nando Loddo, e Luciano Gavelli, quest’ultimo
fraterno amico di Ettore, col quale, da colonnello dei carabinieri, collaborò a
lungo e che lo ha ripetutamente citato sia nel libro che nella presentazione.
Io ho colto l’occasione, oltre che per salutarlo e complimentarmi con Lui, anche
per regalargli uno dei miei libri, quello sulla “Mediazione Giudiziaria”,
l’argomento più vicino alla professione da Lui svolta. Spero lo abbia gradito.
Mario
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