lunedì 27 gennaio 2014

FEBBRAIO, MESE DEL COMPLEANNO DEL ROTARY, DEDICATO ALL’INTESA MONDIALE.





Oristano 27 Gennaio 2014
Cari amici,
Il 23 Febbraio è Il “Rotary Day”, giorno del nostro 109° compleanno. Come tutti noi sappiamo il Rotary è nato a Chicago il 23 Febbraio del 1905. Tra pochi giorni, quindi, festeggeremo l’anniversario di fondazione della nostra Associazione che, nata sull’amicizia, si è successivamente trasformata in una grandissima organizzazione, tesa a trasmettere amicizia in tutto il mondo. Febbraio, però, è mese importante non solo per la ricorrenza del nostro anniversario ma anche perché è il mese che il Rotary ha voluto dedicare all’intesa mondiale. La Pace fra tutti i Popoli,  fin dal primo giorno, fu l’obiettivo e lo scopo che il Rotary si era posto, da raggiungere attraverso la comprensione, la tolleranza, e l’accettazione reciproca; traguardo da raggiungere attraverso una rinnovata amicizia tra le persone, all’interno ed all’esterno dei club, legame che potrà portare, di conseguenza, alla costruzione della pace tra tutti i popoli della terra.

Scopo del Rotary, come indicato al quarto punto delle sue finalità, è quello di “Promuovere l’intesa, la tolleranza e la pace tra i popoli attraverso un’associazione internazionale di professionisti ed imprenditori uniti dall’ideale del servire”. Scopo reale, concreto, che è ulteriormente messo in luce e rafforzato dall’ulteriore dichiarazione dell’obiettivo da raggiungere, che è quello di “propagare la comprensione e la pace a livello internazionale, mediante il diffondersi nel mondo di relazioni amichevoli tra persone esercitanti diverse attività economiche e professionali, unite nel comune proposito e volontà di Servire”. Il Rotary è nato per questo!
Il mondo predica la pace a parole ma non con i fatti. Quante volte leggiamo, vediamo in TV o su Internet, dei grandi incontri tra i responsabili ed i capi delle nazioni, che si ritrovano insieme per parlare di pace? Eppure la pace stenta ancora ad arrivare! Anzi, ulteriori venti di guerra, continuano ad essere alimentati, aggravati, dall’ aumento costante delle “nuove povertà”, che ormai non sono limitate ai soli Paesi in via di sviluppo, ma hanno raggiunto e contagiato anche i Paesi industrializzati. Questo impone a tutti, in particolare ai rotariani, di fare un ulteriore sforzo, teso a migliorare la comprensione con  gli altri,  abbattere i pregiudizi che dividono le persone e più in generale ad essere tolleranti.
Quante volte sentiamo, ciascuno nel proprio ambito di attività, che sarebbe necessario comprendere più a fondo le ragioni degli altri per un decisivo miglioramento dei rapporti interpersonali! Eppure alle parole non seguono quasi mai i fatti. Se poi ci rivolgiamo al mondo giovanile  l’incomprensione aumenta, anche se giustificata dalla carenza di lavoro. E’ con forza e con determinazione che noi rotariani dobbiamo muoverci per aiutarli a costruire un mondo migliore, per consentire alle nuove generazioni di trovare la strada giusta ed educarli ad una maggiore comprensione verso tutti gli altri, smorzando le inutili reazioni negative. L’impegno di oltre un secolo speso da Rotary per migliorare la vita in tante parti del mondo dovrebbe costituire uno stimolo, un incentivo, per noi e per loro. La battaglia portata avanti per debellare la Polio dal mondo, costituisce un mirabile esempio di lungimiranza.
La forza del Rotary sia ieri che oggi sta nella volontà e nella capacità dei suoi soci di superare l’egoismo, il proprio interesse personale e i confini nazionali, per servire l’umanità intera, a prescindere dalla razza, dalla cultura e dalla religione professata. Occorre stimolare la Società a riprendersi la trascurata responsabilità educativa nei confronti dei giovani,  per ridare un senso e un giusto significato al vivere sociale, dove tutti siano ugualmente protagonisti, dove mai l’egoismo e l’individualismo prevalgano sull’altruismo e sulla condivisione. Operiamo per costruire una Società nuova, dove la collaborazione sia totale; facciamo in modo che sia un intrecciarsi amichevole di mani, quelle dei bambini e dei giovani con quelle delle famiglie, quelle degli uomini di governo  con quelle degli amministrati: un connubio di tante mani, capaci di costruire una nuova catena solidale della vita comunitaria.
La famiglia, la scuola, la chiesa, le associazioni, costituiscono la via privilegiata per ricostruire la coscienza democratica della comunità locale e del Paese. Il Rotary questo obiettivo lo coltiva da sempre. E’ importante partire dalla formazione delle coscienze: formare uomini e cittadini è un compito importante, partendo dalle Nuove Generazioni, perché è nella scuola che si inizia a sperimentare la convivenza democratica, attraverso un dialogo aperto e solidale, dove si formano le opinioni e i convincimenti, i comportamenti personali e collettivi della generazione in formazione. Per questo il Rotary ha attribuito alle Nuove Generazioni in rango di Quinta Via d’Azione. Rotaract, Interact e Scambio Giovani, sono le grandi palestre per l’allenamento dei futuri Manager nella vita sociale ed il serbatoio per la futura generazione di preparati rotariani.

La pace, pur faticosamente, credo che sia un traguardo raggiungibile. Solo, però, se saremo tutti, senza alcuna distinzione, capaci di superare gli stereotipi e i pregiudizi, rompendo quelle barriere che spesso appaiono insormontabili. Tutti i rotariani e tutti i club Rotary possono e debbono restare impegnati su questa strada. Nessun club, anche il più piccolo, può pensare che le cose grandi possano farle solo i “ Grandi”.
Ogni uomo sogna la pace che purtroppo oggi sembra soltanto un’utopia. Ma la speranza non deve mai abbandonarci.
Buon Rotary a tutti Voi cari amici, ricordandoci sempre che dobbiamo         “Vivere il Rotary per cambiare vite” !

Mario

mercoledì 22 gennaio 2014

L’AMICIZIA, UN VALORE CHE SUPERA LA BARRIERA DELLA VITA. LA RECENTE SCOMPARSA DI GIANNI E OTTAVIO, SE LASCIA IN TUTTI NOI UNA GRANDE TRISTEZZA, RAFFORZA IL VALORE DELLA LORO AMICIZIA, ESEMPIO ROTARIANO DI IMPEGNO DI SERVIZIO.



Oristano 22 Gennaio 2014
Cari amici,
l’anno appena trascorso, il 2013, non è stato un anno molto ricco di positività: il permanere della pesante crisi economica, sociale e politica ha ulteriormente aggravato crisi e tensioni sociali, con negative ripercussioni sia sui singoli che nelle Comunità. Un anno, certamente, più negativo che positivo anche per i lutti che si è portato appresso, compresi anche quelli che riguardano la cerchia delle amicizie personali, privandoci di due splendide amicizie: quella di Gianni Oppo e di Ottavio Sechi.
Essere rotariani, come ben sappiamo, significa attribuire all’amicizia un valore assoluto, che in termini pratici si estrinseca nel dare senso compiuto ai tanti altri valori che incorpora, ugualmente importanti: etica, tolleranza, rispetto, condivisione, disponibilità al servizio. 
Ebbene, cari amici, Gianni e Ottavio con la Loro vita esemplare hanno dimostrato che i valori del Rotary, basati proprio sull’amicizia,  non solo erano condivisi ma anche costantemente saputi mettere in pratica, sia nella vita privata che in quella pubblica, in tutti gli anni della Loro esistenza terrena.
Non dimenticherò mai le tante iniziative che portarono avanti con impegno ed entusiasmo. Gianni, nell’anno del Centenario della nascita del Rotary, fu uno dei protagonisti, con lo scomparso Presidente di quell’anno, Riccardo Campanelli, nella realizzazione della “Stele del Centenario”, che abbellisce la Piazza San Martino, così come, con tanto impegno, si prodigò, spendendo di tasca propria per materiali ed operai , alla ripulitura dei muri della Chiesa-Monastero di S. Chiara, indegnamente sporcati dai Writers. Ottavio, invece, nell’anno della Sua presidenza tanto fece per la crescita del club, riuscendo, con caparbietà e determinazione, a rompere la barriera che fino ad allora aveva impedito alle donne di entrare a pieno titolo come rotariane nel club. Esempi, quelli portati, di un loro fattivo e costante impegno nella piena convinzione che essere entrati a far parte di un club Rotary, aveva significato per Loro entrare “per servire”, non per servirsi del Rotary. Non voglio aggiungere altro, cari amici, solo questo: Grazie, nessuno Vi dimenticherà.
Prima di chiudere questa riflessione voglio riportare alcune pagine del mio ultimo libro “TRACCE”, dove sono evidenziate sia la mia antica conoscenza di Ottavio che la successiva nostra amicizia rotariana.  

L’AVVOCATO OTTAVIO SECHI, DA DOCENTE A COMPAGNO DI CLUB.

Una volta era difficile dare del Tu ad uno che avesse molti più anni di te. Ciò era frutto di quel precedente tipo di educazione che garantiva il massimo rispetto tra generazioni: i giovani onoravano e rispettavano gli anziani, a partire dai propri genitori ai quali era riservato il Voi. Il tempo ha certamente modificato i codici di comunicazione, trasformando in “paritari” molti rapporti che a ben pensare paritari non erano e non sono neanche oggi.
Negli anni della mia formazione educativa io vivevo all’interno di questi antichi codici e li vivevo senza ansie, senza patemi d’animo. Dare del Lei per me era cosi naturale che sarei stato io, per primo, a trovarmi in imbarazzo, in difficoltà, se erroneamente mi fosse scappato di dare del Tu. La vita insegna, però, che ogni regola ha la sua eccezione, e che “particolari situazioni”, possono creare i presupposti per una ragionata eccezione. Del resto antico è il detto che ‘ogni regola ha la sua eccezione’.
Quando conobbi l’avvocato Ottavio Sechi erano gli anni dei miei studi alle superiori. Frequentavo l’Istituto Tecnico Commerciale per Ragionieri, che allora aveva sede in via Parpaglia, oggi sede del museo cittadino. Ottavio insegnava materie giuridiche ed era un giovane avvocato già di buona fama. Si distingueva molto dagli altri professori perché, a differenza di molti altri, era sempre vestito in maniera impeccabile: difficile potergli fare un appunto sugli abbinamenti tra abito, camicia, cravatta o scarpe! Gli abiti di taglio sartoriale, le scarpe di buon cuoio, tutto contribuiva a fare di Lui una persona speciale. All’abbigliamento “perfetto” abbinava un modo di fare altrettanto elegante, sia nel muoversi che nel parlare: si esprimeva sempre in modo efficace, mai banale; il suo linguaggio, colto e misurato, mischiava, in modo accattivante, sapere e ironia. Insomma sapeva attirare l’attenzione di noi tutti sulle sue lezioni, riuscendo non solo a farci capire i principi giuridici ma anche a memorizzarli nel modo giusto, con esempi calzanti e che trasformavano la norma, da semplice teoria in pratica applicazione. 
Quando spiegava non lo faceva “in cattedra”, ma passeggiava nell’aula come in quelle del Tribunale. A passi lunghi, misurati, spiegava con competenza, aggiungendo alle parole quella giusta espressione che dava il senso reale, che ne evidenziava al meglio il contenuto. Nel parlare era appassionato, convincente: ogni lezione sembrava un’arringa, in difesa della verità, del sapere, dove colpevole era solo l’ignoranza.
Ottavio, allora quarantenne, era l’idolo delle ragazze. Il suo fascino era qualcosa a cui non sapevano resistere. Ogni scusa era buona per parlare con Lui. Alla fine della lezione si avvicinavano alla cattedra, e si inventavano mille scuse pur di stargli vicino.  Anche Lui era oltremodo sensibile al fascino di quella gioventù che, pur avendo la metà dei suoi anni, cresceva velocemente. Una in particolare lo attrasse più delle altre: Bruna. In poco tempo ci accorgemmo che quella che stava maturando tra maestro ed allieva non era solo una bella amicizia. Era qualcosa di più e, soprattutto non era una semplice infatuazione ma un progetto serio, un progetto di vita. Ottavio e Bruna, infatti da allora non si lasciarono più, costruendo, insieme, una bella e solida famiglia.
Terminati gli studi ci perdemmo di vista. Per anni ognuno percorse il suo sentiero, realizzandosi e coltivando le proprie aspirazioni: quel “giardino ideale” che ci da la misura del nostro essere terreno. Certo, capitava, anche spesso, di incontrarsi per strada, magari all’uscita delle aule del palazzo di giustizia che Lui quotidianamente frequentava; in quei momenti, anche se per pochi minuti, l’incontro era piacevole e i ricordi del passato affioravano sempre. La nostra antica amicizia, però, era destinata a diventare qualcosa di diverso dalla semplice amicale frequentazione. Se è vero che “l’amicizia vera” è un legame inestinguibile è anche vero, come sostiene Francesco Alberoni, che essa si perfeziona continuamente come una filigrana, una “filigrana d’incontri”. Incontri che la cesellano, che la fanno diventare più stretta, le consentono di perfezionarsi ai più alti livelli.
Di come diventai rotariano ho già detto in altra parte di questi ricordi. Quando, anni dopo il mio ingresso nel Rotary, Ottavio venne cooptato nel club ne fui felice. In  effetti Lui, professionista di vaglia, avrebbe avuto  titolo ben prima di me di entrare nel nostro club, ma le strade che seguiamo spesso sono strane e contorte e, come le vie del Signore, spesso sono infinite. Ritrovarsi compagni di club, nonostante la passata conoscenza, fu da un lato una grande felicità per entrambi, ma che a me creò anche qualche piccolo imbarazzo. E’ consuetudine nel Rotary, dove l’amicizia è considerata un punto cardine, darsi del Tu, a prescindere dai ruoli, dal censo e dall’età. Questo, ovviamente comportava che anche tra Lui e me, tra maestro e allievo, da quel momento ci saremo dovuti dare del Tu!
In effetti, superata la remora iniziale, non fu difficile. Dopo le prime schermaglie, dovute alla differenza di età, il problema fu presto superato. La nostra amicizia precedente da questo momento si rafforzo e si consolidò. Quando fu eletto presidente del club mi chiese, e ne fui felice, di collaborare con Lui. Io, che quei panni li avevo già vestiti più di una volta, lo aiutai a realizzare alcuni progetti importanti (non ultimo quello di far entrare le donne nel club), e la Sua esperienza di vita, unita alla mia, fecero realizzare al club altri validi progetti. Ottavio fu ben apprezzato per il Suo impegno rotariano anche nel Distretto: il Governatore Giorgio di Raimondo, di cui ero assistente nell’anno della Sua presidenza, mi disse di Lui che “si muoveva con l’esperienza di un vecchio saggio ma con l’entusiasmo di un ragazzo”.
L’amicizia, quella vera, è un grande ponte tra generazioni!

Mario

lunedì 20 gennaio 2014

IL GOVERNATORE PIER GIORGIO PODDIGHE IN VISITA AL NOSTRO CLUB: UN AVVENIMENTO IMPORTANTE DENSO DI MOLTI SIGNIFICATI.



Oristano 20 Gennaio 2014
Cari amici,
Sabato scorso 18 Gennaio il Governatore del Distretto, avvocato Pier Giorgio Poddighe, ha fatto visita al nostro club. Tanti Governatori si sono avvicendati nei 46 anni di vita e di “servizio” del nostro club, nato nel lontano 1967, quando un gruppo di 27 imprenditori e professionisti iniziò, anche nella nostra città, l’attività di quella straordinaria associazione nata negli Stati Uniti nel 1905 per iniziativa dell’avvocato Paul Harris e che, come sappiamo si identifica nel motto, “Servire al di sopra dell’interesse personale”.
Quarantasei anni “portati bene”, come ci è sembrato di capire dalla positiva risposta che abbiamo colto nelle parole di Pier Giorgio, che ci ha fatto capire di aver apprezzato il nostro percorso portato avanti finora, espresso con diverse iniziative non solo culturali e di amicizia fra i  soci, ma soprattutto rivolte all’esterno, a chi nella vita è stato meno fortunato di noi. Ovviamente, come da prassi, Gli abbiamo riepilogato le iniziative in atto: quelle confermate e nate negli anni scorsi e quelle nuove, nate dalle nuove esigenze successivamente manifestate dal territorio. In questi ultimi anni, considerato che anche ad Oristano le nuove povertà sono drammaticamente in aumento, gli abbiamo riferito del potenziamento del nostro “Punto Rotary”, attivato presso la Parrocchia-Convento dei Cappuccini di Oristano, punto di assistenza sia alimentare che farmaceutica e sanitaria. 
Lo abbiamo reso edotto dell’attenzione che dedichiamo al mondo della cultura ed alle problematiche della città, che sono tenute costantemente in evidenza, con le conferenze “Venerdì con il Rotary”, aperte alla città, nelle quali, di volta in volta, vengono trattati argomenti di buon interesse, che consentono anche discussioni di approfondimento sia con i relatori che tra i partecipanti. Evidenziata al Governatore anche la nostra particolare attenzione rivolta al mondo giovanile: a partire dalla “Borsa di Studio” che da oltre trent’anni il club mantiene, e destinata al miglior studente diplomato con il massimo dei voti, iniziativa che dallo scorso anno è raddoppiata, con l’istituzione di una analoga borsa, destinata al miglior studente laureato presso il nostro centro universitario di Oristano. 


Lo abbiamo anche informato dei positivi risultati dell’iniziativa portata avanti e felicemente conclusa lo scorso anno, con la costituzione del club giovanile “Rotaract”, che si è già distinto per iniziative ed entusiasmo, intervenendo con grande buona volontà anche nel recente disastro causato dall’alluvione, portando in soccorso dei colpiti non solo la loro esuberanza fisica ma anche quella finanziaria di raccolta fondi. Tutto questo e altre iniziative sono state illustrate dalla Presidente Egle Spinardi al Governatore che ha dimostrato di ben apprezzare l’attività svolta.

Al suo arrivo ad Oristano il Governatore ha voluto incontrare, accompagnato dalla Presidente e da alcuni membri del Consiglio Direttivo, le autorità cittadine (Prefetto, Arcivescovo, Sindaco e Presidente della Provincia), prima di passare in rassegna l’organico del club. Estremamente cordiale il colloquio con il nuovo Prefetto Dottor Vincenzo De Vivo e con il Sindaco Professor Guido Tendas. Un grande rammarico non aver potuto incontrare l’Arcivescovo S.E. Mons. Ignazio Sanna, impossibilitato all’incontro per ragioni di salute e il Presidente della Provincia, Massimiliano De Seenen, assente per precedenti impegni assunti. Una breve visita al centro storico della città ha consentito ai rappresentanti del club di evidenziare, anche visivamente, la presenza del Rotary nella nostra città: la stele che ricorda i primi cent’anni di vita del Rotary in piazza Tre Palme e il recente intervento effettuato sulla Torre di Mariano II in Piazza Roma, con la ri-collocazione della scritta di fondazione.
Il Governatore Pier Giorgio Poddighe, nel corso della cena di benvenuto, nel ringraziare per la calorosa accoglienza si è compiaciuto per le iniziative portate avanti dal club ed ha auspicato ulteriori traguardi d’impegno e di servizio al territorio, invitando soprattutto i giovani del Rotaract (era presente il Presidente Dr. Luca Sanna) a contribuire, con il loro attivismo ed entusiasmo, a dare maggiore impulso alle attività svolte sul territorio dall’Associazione. Ha anche invitato il club a sondare la possibilità di costituire in club “Interact”, portando così la conoscenza del Rotary anche nella fascia di età dei ragazzi delle scuole superiori.
Lo scambio finale dei doni-ricordo ha evidenziato la gioia del Governatore (sardo, sassarese e da sempre appassionato di Sartiglia) nel ricevere dalla nostra Presidente Egle la “maschera della Sartiglia”, simbolo inequivocabile di Oristano e del suo passato giudicale.
Ecco, ora alcune foto della bella cerimonia, ricordandovi che nel prossimo mese di febbraio sarà festa grande: per la celebrazione del Rotary Day , anniversario della fondazione del Rotary il 23 e anniversario della nascita del nostro club, avvenuta il 18 Febbraio del 1968 con la consegna della Carta. Spero che parteciperemo numerosi!

Mario Virdis