mercoledì 30 gennaio 2013

ECONOMIA ED ETICA. IL RECENTE SCANDALO DEGLI STRUMENTI DERIVATI.



Oristano 30 Gennaio 2013
Cari amici,
ieri, invitato dal club di Sanluri Medio Campidano, ho tenuto una conferenza sull’internazionalità del Rotary. Ho avuto occasione non solo di ricostruire il nostro orgoglioso percorso di oltre cento anni di servizio ma di parlare agli amici del club dei nostri valori: amicizia, etica, rispetto e sostegno verso i più deboli. La chiacchierata con gli amici di Sanluri ha affrontato anche vari altri temi, tra cui quelli dell’economia, e l’argomento è scivolato sui recenti fatti che mettono a rischio la stabilità della banca più antica del nostro Paese: il Monte dei Paschi di Siena. L’argomento è stato lo spunto per una riflessione sul mio blog personale (amicomario), dove ho affrontato le cause dell’immane disastro, frutto di una gestione manageriale certamente poco etica e corretta.
Noi rotariani, che siamo parte attiva della managerialità operativa della nazione,  dobbiamo cogliere ogni occasione per ribadire a tutti che la correttezza e l’etica sono valori sui quali non si può mai cedere. Pensando che quanto scritto possa essere di utilità anche a Voi, soci del club, ho ritenuto di caricarla anche nel blog del club.
Buona lettura.
Mario
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SCANDALO “STRUMENTI DERIVATI”. QUANDO  I NUOVI PRODOTTI DELLA “FINANZA CREATIVA” ABBANDONANO L’ECONOMIA REALE PER COSTRUIRNE UNA VIRTUALE.
La riflessione di oggi affronta un tema particolarmente preoccupante che riguarda certamente tutti noi: l’evoluzione “anomala” del sistema finanziario. Preoccupazione “globale” che non riguarda solo noi italiani, in ansia per il futuro della più antica banca italiana, il Monte dei Paschi di Siena, nelle cui casse è depositata una buona fetta del risparmio di tante famiglie, ma i risparmiatori di tutto il mondo. Ad impensierire il risparmiatore-formica è lo stravolgimento degli strumenti finanziari messi in atto, quasi come in un gioco, dai maghi della “finanza creativa” che, passando disinvoltamente dall’economia reale a quella virtuale, hanno costruito castelli di carta sulla sabbia, facendo volatilizzare i sudati risparmi  di numerose famiglie.
Giocare sui risparmi degli altri, cari amici, è un gioco indegno ed aberrante, portato avanti da quotati manager che, invece, avrebbero dovuto agire in modo ben più etico! 

L’uomo, è pur vero,  ha sempre amato il gioco. Fin da epoca remota re e imperatori, principi e nobili, classi sociali alte e infime, hanno cercato sempre di giocare con la sorte. Dai dadi alle scommesse, dalle corse degli animali alle manifestazioni sportive: tutto quello che era rischio creava, e ancora oggi crea, un morboso interesse a “rischiare”, a sfidare la sorte, scommettendo sull’esito, favorevole o meno, del risultato. Nel tempo questo bisogno dell’uomo di anticipare, “prevedere” il futuro, rischiando anche intere fortune, non è cambiato. Non solo. Nel tempo è avvenuto l’allargamento del raggio d’azione delle “previsioni dell’alea”, includendo anche  l’andamento futuro dell’economia. Il gioco, quindi, è passato dalle scommesse giocose, fini a se stesse, anche a quelle che invece coinvolgevano l’economia reale, scommettendo sull’andamento delle stagioni, dei raccolti, e di quant’altro poteva avere oscillazioni. A questo fine sono nati appositi strumenti capaci di mitigare o annullare il rischio, dietro pagamento di un corrispettivo definito.

Strumenti, dunque, nati per cautelarsi sui rischi che nei vari campi dell’economia reale si corrono, al fine diminuirne la rischiosità. Da utile, però, lo strumento finanziario creato si è trasformato in un aberrante gioco che, come un grande mostro, si è rivoltato contro i suoi stessi improvvidi creatori. Dai primi contratti di copertura, i “Futures”, nati per stabilizzare il prezzo dei cereali, si è arrivati a moltiplicare lo strumento iniziale, “creando” ad imitazione altri nuovi strumenti dai nomi più fantasiosi. : Cds,  swap, Interest Rate Swap e numerosi altri. Dal previdente scopo iniziale la fantasia della “Finanza Creativa” ha, di volta in volta, messo in campo marchingegni nuovi, capaci di mettere l’economia reale in secondo piano, in favore di un’inesistente economia “virtuale” . Le cifre che evidenziano questi strumenti, diffusi ormai in tutto il mondo, sono impressionanti: gli strumenti derivati valgono oggi 637 mila miliardi di dollari, circa dieci volte il PIL mondiale, e hanno scatenato i maggiori scandali economici degli ultimi anni, a partire dai mutui “Sub Prime”. I “derivati”, come possiamo immaginare, sono strumenti ad altissimo rischio, ma i guadagni che garantiscono (in casi di previsione positiva) li rendono difficili da abbandonare. Rischi pericolosissimi che finora hanno causato buchi pesanti nei bilanci di alcune delle più grandi banche: dai colossi di Wall Street al recente caso della più antica banca italiana, il Monte dei Paschi di Siena.


Credo che il piccolo risparmiatore, quello abituato a portare il modesto risparmio frutto del suo lavoro in banca, sia curioso (non solo Lui, in verità) di sapere qualcosa di più su questi infernali strumenti che, arbitrariamente e senza il suo consenso, mettono in serio rischio e pericolo la solidità della “sua Banca”, quella che custodisce i suoi sudati risparmi. E’ pensando di fare cosa utile che ho deciso di mettere nero su bianco quanto è a mia conoscenza sugli  “STRUMENTI DERIVATI”.
In finanza, è denominato strumento derivato (o anche, semplicemente derivato) ogni contratto o titolo il cui prezzo sia basato sul valore di mercato di uno o più beni (quali, ad esempio, azioni, indici finanziari, valute, tassi d'interesse), di cui è riferimento e che costituisce il “bene reale sottostante”. Questi beni di riferimento possono avere diversa natura: può trattarsi come detto di azioni, di obbligazioni, indici finanziari, prodotti di commodity come il petrolio, il grano o  altro bene reale, anche se esistono derivati basati sulle più diverse variabili, perfino sulla quantità di neve caduta in una determinata zona o sulle precipitazioni o variazioni climatiche. I derivati sono normalmente oggetto di contrattazione in molti mercati finanziari regolamentati, ma non in esclusiva. Essi, infatti, sono anche massicciamente trattati in mercati al di fuori dei centri borsistici ufficiali, ossia in mercati alternativi alle borse vere e proprie, detti over the counter: si tratta di mercati creati da istituzioni finanziarie e da professionisti tramite reti telematiche e, quindi, non regolamentati. La notevole diffusione raggiunta recentemente dagli strumenti derivati è dovuta alla “globalizzazione dei mercati” ed alla contestuale introduzione dei computer che permette di svolgere velocemente il complesso calcolo di prezzi che sono relazionati tra loro.

Derivati, quindi, nati come strumenti  capaci di “coprire un rischio” (hedging). L’operazione di utilizzo di un “derivato” è semplice: basta impostarla in modo da creare l’effetto opposto rispetto all'operazione che si vuole coprire (ad esempio, una opzione put può coprire il rischio di un acquisto di uno strumento finanziario; se le quotazioni calano, l'opzione put aumenta di valore più che proporzionalmente, riducendo la perdita maturata del sottostante). In questa configurazione risultano molto utili per coprirsi dai rischi di prezzo (oscillazioni del prezzo del sottostante), tasso (modifica dei tassi di interesse) o cambio (oscillazioni del tasso di cambio). Nel corso degli anni l’uso dei derivati si è esteso ad altre aree, come ad esempio  quella della copertura dei rischi di credito. Sono nati così i credit default swap, che ora sono tra i derivati più diffusi. Con questo strumento una delle due parti si “assicura” contro l’eventualità di un default di una terza parte, cioè di un suo fallimento. Il pesante allarme derivati è scattato con la crisi finanziaria del 2008, causata appunto da una categoria particolare di questi strumenti finanziari. Tali derivati erano costruiti sui mutui che sarebbero diventati presto spazzatura perché i sottoscrittori, che li avevano ottenuti a prezzi bassissimi (sub-prime), non avrebbero saputo più come pagarli. La crisi del settore immobiliare ha quindi trascinato con sé il mercato dei derivati e lo stesso settore bancario, scatenando poi una reazione a catena. Nonostante le nefaste conseguenze, che hanno causato buchi pesantissimi nei bilanci di alcune delle più grandi banche di tutto il mondo, l’uso dei derivati non è calato ed ora ha fatto scoppiare i bilanci della più antica banca italiana: il Monte dei Paschi di Siena.

Il rischio di un derivato, cari amici, è qualcosa di difficile da stimare poiché la funzione di pay-off dipende da una variabile sottostante di cui non è nota la distribuzione di probabilità. Se apparentemente il rischio è limitato al capitale investito, questa è solo ipotesi, poiché mentre con le opzioni è possibile perdere al massimo il valore di acquisto dell'opzione (l'intero capitale, se si comprano senza copertura), nel caso dei future non è infrequente poter subire perdite superiori rispetto all'intero capitale. Ad esempio, acquistando un future call di un bene che subisca un notevole apprezzamento (ci si è impegnati ad acquistare una certa quantità di una commodity, nel futuro, ad un prezzo non noto): se il prezzo di quest'ultima sale alle stelle, le perdite possono essere potenzialmente illimitate!

Nel recente caso che sta impensierendo l’opinione pubblica italiana, avvelenando anche la campagna elettorale in corso, lo “Strumento Derivato” usato da MPS era basato sui mutui ipotecari. Il caso, esploso in tutta la sua gravità dopo il 20 gennaio con le dimissioni di Giuseppe Mussari dalla presidenza dell’Abi, si basava su una operazione in derivati nota con il nome di Alexandria. Il contratto, stipulato tra Mps e la nota banca giapponese Nomura, avrebbe consentito una correzione nel bilancio di Mps di 220 milioni di euro. L’operazione Alexandria sarebbe servita alla banca senese di Rocca Salimbeni per abbellire i conti del 2009, scaricando su Nomura le perdite di un derivato basato su rischiosi mutui ipotecari. L’operazione, però, non finiva li. Un patto rimasto segreto tra MPS e Nomura avrebbe consentito ai giapponesi di riversare su MPS la perdita, attraverso un contratto a lungo termine, non trasmesso dall’allora vertice di Mps, guidato da Giuseppe Mussari e Antonio Vigni, ai revisori dei conti Kpmg e a Bankitalia.

La tempesta scatenatasi su MontePaschi si arricchisce anche di ipotesi ancora più allarmanti: un giro di tangenti legate alle passate e presenti operazioni spericolate in “derivati”. Una traccia la si rileva in un vecchio rapporto della Guardia di finanza, protocollato con la data del 12 maggio 2010 e inviato alla Procura di Milano. Vi si racconta per filo e per segno la storia di come una filiale estera del Monte dei Paschi fece da tramite per un'operazione apparentemente senza senso. Una banca tedesca, la Dresdner Bank, emette dei derivati, il Montepaschi li compra e poi li rivende alla stessa Dresdner, dopo averli - come dire - ripuliti dai rischi. Una stecca da 600mila euro prende la strada di una fiduciaria svizzera, la Lutifin Services. L'indagine svolta dalla Finanza ed il rapporto relativo, però, non decollano, e le accuse a Baldassarre e al suo vice vengono archiviate. In MPS le operazioni sui derivati, nonostante tutto, continuano senza limitazioni: oggi sono al vaglio degli inquirenti altre pesanti operazioni poco chiare, come 8 bonifici per 17 miliardi di euro che da Siena si dirigono verso Londra, Amsterdam e Madrid. Per i PM che indagano e cercano di seguire il tortuoso percorso,  oltre 2 miliardi dei 17 rientrano in Italia con lo scudo fiscale: sono una probabile mazzetta?

Credo che ci sia poco da commentare. Quando nell’economia e nella finanza non si applicano quelle norme di corretta gestione, di trasparenza e di etica è necessario porre, da parte delle Autorità di vigilanza, concreti argini per la salvaguardia del pubblico risparmio garantito dalla nostra Costituzione. Quando anche la più antica banca italiana, con una antica è nobile tradizione, ha tradito il suo passato, non è più tempo per stare a guardare. Quando il suo orgoglioso motto "Riferire ogni comportamento all'etica della responsabilità, che impegna ad essere sempre orientati al servizio, all'integrità e alla trasparenza, alla correttezza negli affari",  che costituiva  l'incipit della sua “Carta dei Valori”, è stato stravolto e stracciato da amministratori senza scrupoli , è tempo di “Reali e concreti cambiamenti”. 

L’etica deve tornare a governare l’economia.
Tutti, a parole, sostengono che è tempo di “Cambiare l’Italia” ma è necessario farlo con i fatti, non con le parole!

Chissà se gli italiani hanno preso coscienza che in giro ci sono troppi furbetti che come “il Gatto e la Volpe” cercano di allettare e depredare “Pinocchio”.  E’ tempo per gli italiani di chiudere per sempre il libro delle “favole” e operare concretamente, con forza e determinazione, per “ ricostruire la squadra” (abbiamo gli strumenti per farlo, non estraniamoci delegando ad altri), augurandosi che sarà capace di rivitalizzare l’economia, eliminare gli sprechi e ridare serenità, dignità e lavoro, a partire dalle nuove generazioni.
Grazie della Vostra attenzione.
Mario


sabato 26 gennaio 2013

VENERDI’ CON IL ROTARY. MODA ED ETICA: GLI IMPORTANTI CODICI COMUNICATIVI DELL’ABBIGLIAMENTO.


Oristano 26 Gennaio2013

Cari amici,
che la nostra iniziativa “Venerdì con il Rotary” sia stata una scelta indovinata è, ormai, cosa assodata. Il numero crescente di cittadini che segue con grande attenzione le nostre serate, dedicate sempre ad argomenti di sicuro interesse, lo dimostra in modo inequivocabile. Ieri l’argomento trattato era “La Moda e l’Etica”, materia che, pur frivola all’apparenza, è risultata di estremo interesse non solo per la sua parte “visibile”, l’abbigliamento, ma soprattutto per il suo aspetto “interiore”, recondito, quell’interessante “codice comunicativo” che il nostro abbigliamento esprime all’esterno.

Argomento certo non facile, trattato con grande attenzione e competenza dall’Arch. Carlo Petromilli, giovane ma già rinomato stilista, che, in modo particolarmente intrigante, ha appassionato la numerosa assemblea che lo ha seguito con vivo interesse.
Tanti i codici comunicativi espressi dal nostro abbigliamento in società: diversi per ogni occasione, capaci di esprimere chiaramente non solo la classe di appartenenza ma anche la capacità del singolo a calarsi in modo giusto nel ruolo. La proiezione di numerose diapositive ha permesso di meglio comprendere le “regole sociali” e la capacità di interpretarle. Nonostante il tempo dedicato alla conferenza, per diverse ragioni, si sia dilatato più del previsto, la sala ha gradito e non poco! Un sincero grazie al nostro bravo conferenziere che ci auguriamo possiamo ancora avere nostro ospite.

In chiusura della conferenza e prima della nostra rituale conviviale, grazie alla disponibilità e cortesia del notaio, Dr. Carlo Passino, si è proceduto all’estrazione del vincitore della nostra borsa di studio, riservata allo studente diplomatosi in Provincia con il massimo dei voti e la lode. A differenza degli anni precedenti, in cui veniva premiato lo studente più giovane di età, da quest’anno il premio viene assegnato  “per estrazione a sorte”. Cinque quest’anno i selezionati delle varie scuole con il massimo dei voti e la lode:

1) ATZORI ENRICO, 22/02/1993 RES. ABBASANTA,  ISTITUTO STATALE DI ISTRUZIONE SUP. Alessandro Volta –GHILARZA
2) FAEDDA  ALESSIO, 26/03/1993 RES. ORISTANO, LICEO CLASSICO  S.A. De Castro -  ORISTANO
3)MALICA CRISTIANO, 20/01/1993 RES. BONARCADO, ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE STATALE Othoca, LICEO SCIENTIFICO TECNOLOGICO - ORISTANO
4)PRUNEDDU ROBERTA,  05/02/1993 RES. ORISTANO, LICEO CLASSICO  S.A. De Castro - ORISTANO
5)URRAI DANIELE, 26/11/1992 RES. SIMAXIS, ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE STATALE Othoca, LICEO SCIENTIFICO TECNOLOGICO  - ORISTANO
La sorte ha privilegiato CRISTIANO MALICA che è stato festeggiato a lungo anche dagli altri concorrenti.
Il vincitore sarà premiato, in data da concordare con il dirigente scolastico del Suo Istituto, nell’aula magna della Sua scuola, alla presenza dei tanti suoi ex compagni. Sarà l’occasione anche per il nostro club di parlare di Rotary ai ragazzi, facendo capire Loro la nostra funzione nel mondo.


Dopo l’aperitivo, offerto a tutti i partecipanti, abbiamo dato vita alla nostra conviviale, aperta agli ospiti, che ha visto una partecipazione particolarmente numerosa. In sede assembleare è stato anche designato il Past President che parteciperà all’estrazione dei due delegati sardi per l’elezione del Governatore del Distretto per l’anno rotariano 2015/16. All’unanimità  la scelta è caduta su Luciano Gavelli che ha accettato. Questa mattina, quale Vice Presidente delegato, ho partecipato alla riunione, convocata dall'Assistente del Governatore, Arch. Enrica Caire, a Macomer per l’estrazione dei nominativi delegati. La sorte ha indicato, quali rappresentanti effettivi i rotariani:
1) Antonio Canalis, del club di Siniscola;
2) Gabriele Andria, del club di Cagliari Nord.
Membri supplenti:
1) Piero Manconi del club di Ozieri;
2) Teresa Manca del club di Sedilo, Marghine C. S.
Cari amici, le riunioni rotariane sono tutte fonte di amicizia, di fruttuosi scambi di idee e di progetti, nell’ottica che insieme, in squadra, si può arrivare, sempre, a buoni risultati. Basta volerli!  Febbraio è, ormai, alle porte: non scordiamo un avvenimento di grande importanza qual’è l’anniversario della fondazione della nostra Associazione, nata a Chicago il 23 Febbraio del 1905.  Noi, club di Oristano, festeggeremo il nostro 45° compleanno!

Sono stati, cari amici, Centootto anni di “ Service above self”, servizio svolto al di sopra dell’interesse personale, in favore dei più deboli e della pace nel mondo!
Grazie della Vostra attenzione.
Mario



mercoledì 16 gennaio 2013

PILLOLE DI ROTARY. PERCHE’ SIAMO UN’ASSOCIAZIONE DI SERVIZIO E NON DI VOLONTARIATO.



Oristano 16 Gennaio 2013
Cari amici,
mi è capitato e sarà capitato anche a Voi di sentir definire impropriamente la nostra associazione, considerata genericamente una struttura di “volontariato”. Debbo dirvi che questa definizione, spesso, è data anche da persone abbastanza qualificate. Quando preparavo la tesi sul Rotary,  studio sociologico che già conoscete in quanto il Distretto l’ha stampato e diffuso, anche la mia relatrice, la prof. Cioni,  accomunava il Rotary alle tante altre associazioni di volontariato, non trovando, a Suo avviso, sostanziali differenze tra le diverse strutture. Io invece, con grande caparbietà sostenevo che il Rotary  era nato come associazione di servizio e che si differenziava notevolmente dalle altre. Noi rotariani questo dovremmo saperlo bene! Il Rotary non è un gruppo indistinto di persone con lo spirito missionario dedite a fare del bene al prossimo ma una selezionata “squadra” di uomini e donne ai vertici delle loro professioni che, attraverso l’amicizia, cercano di orientare la Loro capacità e professionalità verso chi è meno fortunato, offrendo quel “disinteressato servizio”, al di sopra del proprio interesse personale. L’amicizia nel Rotary è il punto centrale e unificatore degli scopi dell’intera associazione, che si estrinseca  e si evolve in diverse variabili che così possiamo sintetizzare:
- Amicizia tra i soci
- Etica negli affari e nelle professioni
- Servire l’interesse generale
- Tolleranza e comprensione reciproca
- Cooperazione e ricerca della pace mondiale


Tutto questo differenzia il Rotary dalle altre associazioni di volontariato. La filosofia applicata dal Rotary è ben differente da quella applicata dalle associazioni di volontariato, anche se può essere rinvenuto un punto di raccordo con queste associazioni, avendo un fine comune: dare aiuto e sostegno a chi ha bisogno. Noi e Loro possiamo arrivare entrambi allo stesso traguardo ma seguendo percorsi diversi. Nel mondo del volontariato è preminente il concetto altruistico dell’homo donator, attraverso la piena applicazione della logica filosofica del  Dono.  Questa logica del dono, come gli studiosi del  MAUSS (Mouvement Anti-Utilitariste dans les Sciences Sociales) hanno ampiamente osservato e riscontrato, afferma che il valore del dono, parte integrante del rituale delle società arcaiche, può  valere anche per la società contemporanea. Il MAUSS fu fondato in Francia agli inizi degli anni Ottanta da un gruppo di studiosi, tra cui Alain Caillé, G.Berthoud, J.T. Goudbout, A.Salsano, S.Latouche. Libro sicuramente interessante per chi vuole approfondire è  “Il terzo Paradigma. Antropologia filosofica del Dono” di A. Caillè (Bollati e Boringhieri, TO 1998). La filosofia rotariana, invece, è improntata all’etica economica e sociale, che si muove nella logica dell’homo oeconomicus. Il mondo rotariano e quello del volontariato si incontrano negli scopi, nell’impegno sociale, ma seguendo strade diverse. Credo che analizzare con Voi questi percorsi aiuti sia a conoscere meglio il nostro “servizio” che a conoscere ed apprezzare di più anche quello svolto dalle altre associazioni.  Vediamo insieme le differenti vie d’azione.

Il Rotary nasce agli inizi del ‘900 proprio con lo scopo  di “dare servizio” al contesto sociale di riferimento: attraverso il miglioramento dell’amicizia tra i soci, mettere a disposizione la loro professionalità al servizio del sociale. Anche oggi all’articolo IV dello statuto di ogni Rotary club si legge che  lo scopo del Rotary è quello di “diffondere l’ideale del servire, inteso come motore e propulsore di ogni attività”. L’invito ad operare nella società, improntando la propria attività all’applicazione di un’etica economica e professionale, era ai primi del Novecento da considerarsi assolutamente rivoluzionario. In quell’epoca, infatti, tutto era finalizzato a ottenere il massimo profitto ed a raggiungere esclusivamente l’interesse personale. Un’associazione nata, quindi, per condividere l’amicizia, la tolleranza e l’etica professionale, ma con precise regole di appartenenza, rappresentanza e accettazione. Un’organizzazione, comunque, capace, attraverso l’impegno e la professionalità dei propri soci, anche di concerto con altre realtà volontaristiche e ONG (Organizzazioni Non Governative), di svolgere operazioni di rilevante importanza per fini di solidarietà, di umanità e di fratellanza. 

Il Rotary, cari amici, è un’associazione che ha migliorato la coscienza dell’homo oeconomicus senza trasformarlo, però, in homo donator! 
Il rotariano è un uomo che è parte integrante della sfera economica mondiale. Esso eleva il proprio lavoro applicando alti principi di etica negli affari e nelle professioni, è orientato costantemente a servire l’interesse generale, è tollerante e comprensivo nei confronti della diversità culturali, sociali, politiche e religiose. Homo oeconomicus, dunque, ma etico e non egoista, che svolge il suo servizio costantemente orientato alla cooperazione, con il fine ultimo del raggiungimento della pace mondiale. Tutto questo è svolto dai rotariani attraverso lo sviluppo dell’amicizia e del pieno rispetto delle regole di appartenenza, che prevedono, per l’ingresso nei club, la giusta selezione, atta a garantire l’armonia con l’organico esistente, privilegiando la qualità e non la quantità, nella logica che “gli amici si scelgono”.

Già dalla costituzione del primo club Rotary Paul Harris stabilì sia la cooptazione (ingresso di nuovo socio su proposta e gradimento dei soci già facenti parte del club) che la rappresentanza: un socio per ogni categoria di cui doveva rappresentare il vertice. Scrive P. Harris nel suo libro “La mia strada verso il Rotary”:
… Spesso mi è stato chiesto perché i club rotariani limitino l’appartenenza ad un solo rappresentante di ogni mestiere o professione ed io ho risposto: perché il nostro esperimento ha dimostrato, nella pratica, che ciò contribuisce a formare una comunanza congeniale tra i vari appartenenti, non suscita gelosie professionali, incoraggia l’assistenza reciproca, stimola l’orgoglio per la propria occupazione e, infine, allarga la propria mente e la solidarietà nei confronti della realtà, dei successi e dei problemi di altre occupazioni. L’appartenenza al Rotary consente anche di godere dell’amicizia di uomini di ogni professione, allargando cosi i propri confini. Non bisogna sottovalutare il fatto che l’essere rotariano impone a ciascuno l’obbligo di farsi portavoce degli ideali e dei principi del Rotary all’interno della propria associazione professionale…”.

Nel sogno di ogni rotariano non c’è la semplice carità ma qualcosa di più: non solo l’aiuto ma l’assistenza a chi necessita del suo aiuto; nel suo paniere da offrire al bisognoso non vi è solo il pesce per sfamarlo ma l’attrezzatura per aiutarlo a pescare quel pesce e renderlo libero ed indipendente. Questa la nostra filosofia, ben diversa da quella delle altre libere associazioni di volontariato!

In queste associazioni prevale la logica generalista del “Dono”. Chi entra a farne parte è animato dal bisogno di donare, anzi di donarsi, spogliandosi della sua intrinseca natura di homo oeconomicus e trasformandosi spontaneamente in homo donator. E’ il bisogno di raggiungere altre persone dotate dello stesso entusiasmo e volontà di operare liberamente nell’interesse della Comunità, senza distinzioni e selezioni. Entusiasmo certamente encomiabile. In Italia l’attuale normativa sul volontariato è regolata dalla Legge 266/91, che ha messo un punto fermo ed importante tra il variegato mondo del volontariato e le pubbliche amministrazioni che ne usufruiscono. Dall’esame, anche sommario, degli articoli della legge si rileva che le associazioni di volontariato sono libere ed aperte a tutti. Inoltre, queste associazioni sono vincolate dalla legge, con obbligo di formazione di bilanci, assoluta gratuità delle prestazioni dei soci, e con lo svolgimento delle finalità espressamente indicate nello statuto.
Credo che le differenze prima evidenziate tra le diverse strutture, pur rivolte entrambe al sociale, dimostrino, senza ombra di dubbio, come il Rotary e le Associazioni di volontariato sono due mondi alquanto diversi, anche se con un unico comune obiettivo: la solidarietà. 

La solidarietà noi rotariani la conosciamo molto bene perché la pratichiamo tutti i giorni, in tutto il mondo, anche in modo speciale. Si, in “modo speciale”, perché nel mondo esistono anche dei “rotariani speciali”: sono i Volontari del Rotary. Sono dei qualificati professionisti che dedicano parte del proprio tempo e delle proprie risorse ad effettuare personalmente operazioni umanitarie. Sotto il nome di volontari del Rotary , si celano persone straordinarie, sono medici, ingegneri, insegnanti, tecnici agricoli, etc.,  animati da un particolare spirito di servizio, che, rinunciando alle ferie, al tempo libero, si recano nelle zone più svantaggiate del Pianeta per curare la cecità, vaccinare bambini, realizzare pozzi o strade, e quant’altro possa portare sollievo a popolazioni che mancano di tutto. Il Rotary, cari amici,  tra i suoi numerosi soci annovera anche quelli speciali!

Grazie della Vostra sempre gradita attenzione!
Mario


giovedì 10 gennaio 2013

PILLOLE DI ROTARY. L’AMICIZIA VALORE FONDAMENTALE DELL’ESSERE ROTARIANI.


Oristano 10 Gennaio 2013
Cari amici,
avevo promesso di inserire, di tanto in tanto, qualche pillola di Rotary. E’ certamente utile ai nuovi soci ma, credo, interessante anche per rinfrescare la memoria a noi tutti.  Oggi parliamo di “ A M I C I Z I A”,  quel grande valore su cui Paul Harris costruì il Rotary e che costituisce, e costituirà sempre, il valore assoluto che caratterizza la nostra Associazione. Quanto riportato è stralciato dal mio libro “Il Rotary International, studio sociologico di un’associazione no profit”, pubblicato dal Distretto 2080 nell’A. R.  2010/2011. Buona lettura.


L AMICIZIA.

Il cammino dell’uomo è una continua ricerca di luoghi comuni di incontro. Luoghi dove incontrarsi, discutere, ascoltare, agire; dove accogliere e stringere amicizie. L’amicizia è un sentimento che ha sempre destato l’interesse di studiosi e pensatori, di poeti e filosofi, di tutte le culture e religioni. Il termine amicizia corrisponde al termine greco philía e si incontra nella filosofia greca dapprima come concetto fisico in Empedocle, poi come concetto etico che, fino a Platone, veniva ancora non nettamente distinto dall’eros, dall’amore. Ma cosa intende il Rotary per amicizia? Partiamo dalle definizione di amicizia. Nel lessico corrente la parola amicizia viene usata molto spesso in modo improprio. Spesso viene equivocata con la conoscenza, con la benevolenza, con la simpatia e l’amichevolezza. Scrive F. Alberoni ne L’amicizia (ediz. Garzanti 2002):
… Vediamo, allora, brevemente quali sono i significati più comuni di questa parola. Ci accorgeremo che, nella maggioranza dei casi, la parola amicizia ha ben poco a che fare con quello che noi intendiamo quando pensiamo ad un vero amico. Primo significato: i conoscenti [….] secondo significato: solidarietà collettiva […] terzo significato: relazioni di ruolo […] quarto significato: simpatia e amichevolezza […] Cosa dobbiamo intendere, allora, per amicizia? Intuitivamente questa parola ci fa venire in mente un sentimento sereno, limpido, fatto di fiducia, di confidenza […] In un libro recente J. M. Reisman, dopo aver esaminato tutta l’immensa letteratura sull’argomento, ha dato la seguente definizione dell’amicizia: " Amico è colui a cui piace e che desidera fare del bene ad un altro e che ritiene che i suoi sentimenti siano ricambiati ". Con questa definizione Reisman colloca l’amicizia nel mondo dei sentimenti altruistici e sinceri.
La definizione data da Reisman è quella che più si avvicina al concetto di amicizia rotariana, anche se non lo esaurisce. L’amicizia non è data dalla semplice frequentazione, dal trascorrere parte del tempo negli stessi luoghi. Vi sono persone che conoscono tutti, danno del tu a tutti, hanno il numero di telefono e dichiarano di essere amici di tutti, ma non sono amici di nessuno. Ė uno dei tanti modi di millantare l’amicizia. Si può essere colleghi, vicini di casa, soci, compagni di lotta e di ideologia, ma non amici nel senso rotariano del termine. Perché l’amicizia è qualcosa di più forte ed importante del semplice interesse a stare insieme. Già Aristotele nell’Etica nicomachea distingueva quella “fondata sull’utile” da quella vera “fondata sulla virtù”.
Non siamo, però, ancora arrivati all’esatta definizione del concetto di amicizia che stiamo cercando. L’amicizia che cerchiamo è più complessa: gli ingredienti sono tanti e tutti di estrema importanza. Questa amicizia è costituita da reciprocità, simpatia, affetto, stima, educazione, affinità, rispetto della diversità, lealtà. Ognuno di questi elementi concorre a determinare e completare quel sentimento gioioso, che Alberoni definisce di grande “intensità vitale”, qual è la vera amicizia. L’amicizia, questa amicizia, è nel Rotary di importanza assoluta, vitale.

L’amicizia, però, non è eros, non è amore che può nascere a prima vista. Nell’amicizia non c’è colpo di fulmine. L’amicizia ha bisogno di lunga ricerca. L’amicizia è un sentimento complesso che si sviluppa attraverso un lungo cammino. L’amicizia, come dice Alberoni, si costituisce attraverso una successione di incontri; è una “filigrana di incontri”.
La filosofia rotariana, che pone l’amicizia alla base della propria esistenza, la concepisce proprio come forma etica dell’amore in cui la stima si antepone all’affetto ed il rapporto relazionale coinvolge più persone. Una delle finalità del Rotary, chiaramente espressa nel nostro Manuale di Procedura, è quella di:

… Promuovere e sviluppare relazioni amichevoli tra i propri soci per renderli meglio atti al servire… e ancora … propagare la comprensione reciproca, la buona volontà e la pace tra Nazione e Nazione mediante il diffondersi nel mondo di relazioni amichevoli…


L’amicizia per il rotariano non è solo un fine, ma anche un mezzo per meglio servire l’uomo e i suoi bisogni . L’amicizia nel Rotary, però, non è un obbligo, una imposizione. Il Rotary non ha titolo per imporre l’amicizia. Il Rotary può raccomandare la tolleranza, la comprensione, l’indulgenza e incoraggiare comportamenti etici ed impegno sociale. L’amicizia non è una semplice conseguenza dell’appartenenza al Rotary. Esiste, invece, l’amicizia vera, con tutte le sue implicazioni, che nasce in virtù delle regole del Rotary e che il Rotary prepara e favorisce. Amicizia necessaria per realizzare i suoi scopi: comportamento etico all’interno ed all’esterno, tolleranza e cooperazione. Perché nell’associazione non si entra a domanda, ma mediante la cooptazione? Ma perché gli amici si scelgono! Solo con la scelta, chi è già rotariano, individua un altro soggetto con le caratteristiche e le capacità necessarie per condividere in libertà i fini e gli scopi dell’associazione. Questa, in sintesi, l’amicizia rotariana.
Amici, è proprio vero, l’amicizia è frutto di nostra libera scelta, è quel legame che unisce ben di più della parentela e di ogni altra relazione non frutto di libera scelta. Il Rotary è proprio questo: libertà nella scelta delle nostre amicizie, per costruire, insieme, un mondo migliore!
Grazie della Vostra attenzione.
Mario


venerdì 4 gennaio 2013

CON IL NUOVO ANNO 2013 E’ INIZIATO IL SECONDO SEMESTRE DEL NOSTRO ANNO: CONCRETIZZIAMO I PROGETTI IN CORSO!

Oristano 4 Gennaio 2013
Cari amici ed amiche,
dopodomani è l’Epifania che, come recita un vecchio detto,  tutte le feste si porta via. E’ tempo, quindi, di riprendere con buona lena il nostro impegno rotariano portando a compimento i progetti in corso ancora non conclusi. Senza rendercene troppo conto il tempo galoppa ed è necessario accelerare per raggiungere gli obiettivi che ci siamo dati.


Prima di incontrarci l’11 Gennaio, nella riunione convocata come “Assemblea”, possiamo trovarci ancora insieme, in gioioso clima natalizio, presso la Chiesa del Monastero di S. Chiara, l’antica struttura giudicale oggetto un paio d’anni fa del nostro intervento per il restauro di un pregiato affresco, per assistere al concerto della “Polifonica Arborense”, luogo davvero unico per assistere ad un Concerto Natalizio che chiude queste festività. L’appuntamento è per Sabato 5 Gennaio alle ore 21,00 nella splendida Chiesa del Monastero di Santa Chiara. Spero che saremo numerosi!


Gli appuntamenti di questo mese di Gennaio, come segnalato dal nostro segretario Marco,  sono davvero importanti:
Venerdì 11 Gennaio alle ore 20,00 presso l’Hotel Mistral 2, Assemblea dei soci con il seguente ODG: Comunicazioni del Presidente, Proposta di istituzione Rotaract, Proposta di istituzione di una borsa di studio “permanente” per studenti dell’Università, Disponibilità richiesta ai soci di maggiore partecipazione alle attività del club;      
       Venerdì  25 Gennaio  alle ore 20,00  presso l’Hotel Mistral 2, conviviale soci e familiari. L’incontro conviviale sarà preceduto, alle ore 19,00, dalla conferenza “Venerdì con il Rotary”, tenuta dall’Arch. Carlo Petromilli sul tema ‘Decoro nella Moda’. A margine della conferenza si procederà anche all’estrazione pubblica del vincitore della “Borsa di Studio” riservata ai maturati degli Istituti superiori.


Cari amici, non dimentichiamo che, nonostante i nostri impegni derivanti dalla professione, l’appartenenza al Rotary non è ‘qualcosa di secondario’, ma parte integrante della nostra vita professionale e sociale. Partecipiamo, dunque, sempre numerosi alle iniziative portate avanti dal Club, contribuendo con la nostra professionalità ed esperienza.




Rinnovando a tutti gli auguri di Buon Anno, Vi ringrazio della Vostra sempre gradita attenzione.

Mario