venerdì 29 maggio 2015

IL CONGRESSO E L’ASSEMBLEA DEL DISTRETTO: UNA MIA PERSONALE RIFLESSIONE SUI DUE MOMENTI DISTRETTUALI PIÙ SIGNIFICATIVI DEL NOSTRO “VIAGGIO DI SERVIZIO NEL ROTARY”.



Oristano 29 Maggio 2015
Cari amici,
come sapete ho partecipato la settimana scorsa a Roma, unitamente al Presidente Incoming Marco Franceschi ed al Segretario entrante Giorgio Sanna, ai due appuntamenti  distrettuali più importanti dell’anno: il Congresso del corrente anno e l’Assemblea del prossimo. Vi partecipavo in duplice veste: quella di rappresentante del club (come V. Presidente, in quanto il nostro Presidente Nando aveva rinunciato per ragioni di salute) e quella di componente la squadra distrettuale, nell’incarico di Assistente del Governatore (sia di Carlo ‘quest’anno’, che di Pino, il prossimo anno). Era presente anche, come relatore, il nostro socio Alex Vagnozzi, al quale il Governatore Carlo ha fatto omaggio di una targa ricordo.

Sia il Congresso che l’Assemblea sono entrambi momenti significativi per tutti i rotariani degli oltre 300 Distretti sparsi per il mondo e gestiti dai  Governatori eletti dai club di competenza. Nel Congresso  il Governatore uscente fa un consuntivo del suo anno, nel senso che valuta, insieme alla squadra, il “risultato” ottenuto, mettendo in luce il percorso fatto, le vittorie ed anche le sconfitte, ipotizzandone i possibili motivi. E’ un’analisi ragionata, un riflessione attenta, che dovrebbe essere recepita da tutti i rotariani dei club, perché, spesso, anche le inadempienze vanno messe a fuoco e analizzate, per evitare che in futuro possano essere ripetute.
Sono tanti ormai i Congressi e le Assemblee a cui ho partecipato, e posso dirvi che la mia conoscenza del Rotary è migliorata costantemente, di anno in anno, proprio in queste assise. Fare, tutti insieme, un consuntivo è sempre utile, perché ci permette sopratutto di confrontarci, di capire e apprezzare quanto fatto e anche di comprendere le ragioni degli insuccessi.
Ogni anno al Congresso viene dedicato un tema: quello di quest’anno portava un titolo particolarmente significativo: I giovani del Rotary: tedofori della luce, che sposava in modo perfetto il tema dell’anno “Accendi la luce del Rotary”. Ho avuto occasione di dire, scrivere e ribadire che il futuro, anche quello del Rotary, passa attraverso il pieno coinvolgimento dei giovani. E' attraverso la cooptazione di giovani di entrambi i sessi (sbagliano ancora tanto i club che faticano ad accettare le donne) e l'accoglimento delle nuove professioni, che il Rotary potrà senza timore percorrere i sentieri, certamente difficili, di questo Terzo Millennio. Sono loro il nostro futuro!
Oltre la lucida relazione del Governatore Carlo, che ha focalizzato i punti salienti dell’anno (senza escludere anche quelli dolorosi, come la mancata adesione della maggioranza dei club al progetto di costituzione del Distretto in Associazione), ho ascoltato con particolare attenzione la relazione del rappresentante del Presidente Internazionale Huang, Alessandra Faraone Lanza, PDG del Distretto 2040 di Milano. Agli amici che non la conoscono voglio dire che Alessandra è stata la prima rotariana in Italia a rivestire la carica di “Governatore” del Rotary! La Sua guida è stata importante non solo per il Distretto 2040, perchè la sua esperienza continuerà ad alimentare la passione per il Rotary in un contesto ben più ampio. Il Rotary, cari amici, ha perso molto nel non dare in passato alle donne l’importanza che certamente esse meritavano.
Domenica, durante l’Assemblea, ho ascoltato con attenzione e vivo interesse la relazione programmatica del nuovo Governatore, Pino Perrone, che prenderà in mano le redini del nostro Distretto il prossimo 1 Luglio. 


Il Tema del prossimo anno, proposto dal nuovo Presidente Internazionale Ravindran, è particolarmente significativo: Siate Dono nel mondo. E’ un tema che fa riflettere, che sotto certi aspetti cerca di farci capire ancora meglio che il rotariano deve avere dentro di se una grande capacità di donare e di donarsi! Per essere ‘dono nel mondo’ i rotariani debbono trovare dentro di loro la forza e il desiderio di donare la loro capacità, la grande professionalità e sopratutto la disponibilità, nei confronti di chi di noi ha bisogno. Tutti dobbiamo soprattutto ritrovare la “voglia” di dare questo nostro contributo con entusiasmo, spontaneamente, senza nulla chiedere, perché il donare col cuore ha sempre appagato molto di più chi ha dato che chi ha ricevuto.
Ecco allora cosa ci chiede il nostro Governatore Pino, interpretando il pensiero del nostro Presidente Ravindran per il prossimo anno: più attenzione alle esigenze della Comunità, più impegno e maggiore operatività tra la gente, maggiore attenzione nei confronti del “brand” Rotary e ulteriore impegno per far crescere di più la nostra associazione con inserimenti di qualità. Se il club sarà una squadra compatta, se molti club nei progetti di servizio si uniranno tra di loro (magari quelli seguiti dallo stesso assistente), per concretizzare iniziative comuni importanti,sia per le Comunità che per il territorio, allora la nostra visibilità sarà ben più grande, e sul Rotary si potranno finalmente sfatare certi stupidi miti che ancora permangono: associazione elitaria, maschilista, che si riunisce nei migliori ristoranti e che fa della beneficienza solo di facciata!
Cari amici il prossimo, ne sono certo, sarà, se lo vogliamo, un altro anno importante per il Rotary e per la nostra Comunità.
Care amiche ed amici nel Rotary, dopo questa mia riflessione colgo l’occasione per ricordarVi i nostri prossimi impegni:
-Sabato 13 Giugno, con partenza alle ore 20,00 da Via Eleonora, si svolgerà la “Mezza Maratona” notturna Rota Run, corsa professionistica e amatoriale a scopo benefico che si svolgerà nel centro storico cittadino promossa unitariamente dal nostro club e da quello Rotaract;
-Venerdì 19 Giugno, alle ore 20,30 presso l’Hotel Mistral 2, incontro conviviale per soci e familiari;
-Venerdì 3 Luglio, alle ore 20,30, presso l’Hotel Mistral 2, “Passaggio della Campana” tra Nando e Marco, e inizio ufficiale dell’A.R. 2015/2016.
Ancora buon Rotary a tutti Voi!
Mario

giovedì 14 maggio 2015

CIAO MARIO! LA PERDITA DI UN AMICO È SEMPRE UN GRANDE DOLORE.



Oristano 15 Maggio 2015
Cari amici,
l’amicizia è quello straordinario dono di Dio capace non solo di farti sentire la concreta e tangibile capacità di vivere insieme nella Comunità umana, ma anche di darti costantemente la certezza che la vita umana vale la pena di essere sempre vissuta: amando e non  odiando, sgombrando il campo dall’egoismo e dall’individualismo, abbracciando e non respingendo il fratello.
L’amicizia è un gioiello raro e prezioso. Si dice che chi ha un amico vero, possiede un grande tesoro, ed io credo di poter confermare, per averlo toccato con mano, questo detto comune.
Ho fatto questa introduzione per parlarvi oggi della recente perdita di una caro amico: Mario Muscas. Di Lui ho avuto occasione di scrivere anche nel mio ultimo libro “Tracce, orme fragili nel cammino della vita”, ricordando un episodio di cui io e lui siamo stati protagonisti. Oggi voglio ricordarlo a Voi, riportando quanto scrissi, e aggiungendo un pensiero recente dell’amico comune Beppe Meloni, che lo conobbe diversi anni prima di me. Ecco i nostri pensieri su Mario.

UN IRONICO QUANTO ESPERTO OCULISTA
(di Mario Virdis, dal libro “Tracce…)
Il suo carattere ancora oggi non è certo dei migliori! Mario Muscas è un uomo senza peli sulla lingua. Franco, poco diplomatico, capace di dirti in faccia ciò che pensa senza pensarci un momento, anche quando sa che ti fa male: forse potrebbe, o dovrebbe essere, meno brutale! La mia amicizia con Lui, oltre che con la moglie Bianca e con la figlia Adriana, si è consolidata nel tempo, anche per il fatto che siamo entrambi soci del Rotary club di Oristano: Lui, socio fondatore (il club è nato nel 1967), io entrato a farne parte oltre vent’anni fa, nel 1992. Anche Adriana è successivamente entrata nel club Rotary di Oristano, presentata da me, qualche anno fa.
La conoscenza da parte mia di Mario, come professionista, risale a molti anni prima del mio ingresso nel Rotary: lo conobbi, infatti, nel 1980. Mario era allora uno degli oculisti più affermati ad Oristano, con studio e abitazione in Piazzetta Corrias. L‘occasione per conoscerlo dal punto di vista professionale mi fu data da un particolare quanto improvviso incidente capitato al mio occhio destro, che fortunatamente non ebbe gravi conseguenze.
Era un sabato di fine agosto del 1980. Io abitavo allora con la famiglia nella casa di Norbello, che avevo appena ristrutturato ed ampliato proprio a fianco a quella dei miei suoceri. Decisione, quella di mettere su casa a Norbello, derivata dal mio “nomadismo”, in quanto per il mio lavoro bancario ero soggetto a frequenti cambi di residenza. In quel periodo, infatti, pur abitando ad Ales con la famiglia,  dirigevo l’agenzia del Banco a Fonni. Stabilire la famiglia a Norbello mi consentiva una certa tranquillità, in quanto almeno mia moglie poteva stare vicina alla sua famiglia.
Una sera di Sabato, il nostro gruppetto familiare si trovava nel cortile della casa; tutti collaboravano alla sistemazione del giardino: anziani e giovani, tra cui i nipotini, figli di mia cognata. Il lavoro consisteva nella sistemazione del cortile, mettendo a dimora delle piante. Una volta messe a dimora le piante bisognava affiancare ad ognuna di esse un sostegno con delle robuste canne. Il lavoro procedeva alacremente. Esaurite le canne del primo fascio (queste erano strettamente legate con del robusto fil di ferro) ci accingevamo ad aprire il secondo fascio. Uno dei ragazzi andò a prendere le pinze per tagliare il fil di ferro che le legava e me le porse; io,  chinatomi per tagliare con le pinze il filo metallico, mentre cercavo di romperlo lo sentii spezzarsi, forse per la forte pressione esercitata: lo scatto violento verso l’alto fatto dal filo mi colpì di striscio sull’occhio destro. Sentii un dolore fortissimo e istintivamente portai la mano sull’occhio: quando la ritrassi era insanguinata. Figuratevi lo spavento mio e dei presenti: chi urlava, chi diceva chiamate il medico, chi piangeva. Io, pur con il dolore forte all’occhio, capii che poteva essere un problema importante e dissi che era necessario andare subito da un oculista.
Era di sabato e, mentre guidavo l’auto con l’occhio socchiuso, pensai che avrei provato a contattare proprio il dottor Muscas, che conoscevo di vista e, soprattutto, sapevo dove aveva casa e studio. Speravo, essendo Sabato, che non fosse fuori città. Per mia fortuna non solo lo trovai a casa ma non fece neppure storie, quando gli chiesi di visitarmi urgentemente per l’incidente avuto. Mario era si un po’ orso, ma nella professione non si tirava mai indietro! Nello studio mi fece sdraiare in poltrona, si mise il camice e iniziò a visitarmi. Sul momento non disse nulla; lo sentivo toccare le palpebre, inumidire l’occhio con dei liquidi che mi prudevano un po’, poi armeggiare nell’occhio. Alla fine, dopo aver disinfettato la ferita, mise sull’occhio una pomata in gel e mi bendò l’occhio. A lavoro finito con quel suo tono, sempre tra il serio e l’ironico, mi disse: “l’hai proprio scampata bella sai? Il fil di ferro ha lacerato solo il primo strato del bulbo oculare, se avesse aperto anche l’altro strato sottostante ora il tuo occhio destro non esisterebbe più, sgonfiato come un palloncino! Sei una persona fortunata: l’incidente non avrà conseguenze, neanche sulla vista. In pochi giorni potrai riprendere la normale attività”.
Lo osservai con l’unico occhio libero e, commosso, lo ringraziai. Prima di congedarmi, però, non rinunciò ad apostrofarmi con un’altra delle Sue battute, frutto della sua sottile ironia. Salutandomi mi disse: “Poiché tra pochi giorni è la festa della Madonna del Rimedio, vai a ringraziarla, credo che tu glielo debba, per lo scampato pericolo. Anzi, credo che  ti convenga farlo tutti gli anni.” Io annuii senza aggiungere altro. Ero felice e allo stesso confuso per lo scampato pericolo, ma apprezzavo soprattutto la sua cortesia e la disponibilità, mai disgiunte dalla sua forte ironia. Sotto la sua proverbiale quanto ruvida scorza si celava in Mario un uomo buono, non solo serio e capace professionista, ma anche di grande disponibilità e servizio. Il mio incidente non ebbe conseguenze, come da Lui preventivato. Non sottovalutai neanche il suo ironico suggerimento, datomi in quel particolare momento. Andai davvero qualche giorno dopo alla Basilica del Rimedio a ringraziare la Madonna. Anzi, da quell’anno, cerco tutti gli anni di non saltare l’impegno: Lei, la Madonna, è sempre lì a ricordarci che ci ama sempre, anche quando noi ci dimentichiamo di Lei.
Per anni non ci incontrammo spesso. Quando nel 1992 entrai nel Rotary di Oristano ci ritrovammo soci dello stesso club. Mario era solo un po’ invecchiato ma l’ironia no, quella era più arguta e fresca di prima. La moglie Bianca, invece, fatta di tutt’altra pasta, non gli assomiglia proprio: dolce, affettuosa, è una persona solare, che si occupava e si occupa tutt’ora di UNICEF, da una vita! Della figlia Adriana, che conosco e frequento da quando eravamo ragazzi (consumando nelle innumerevoli “vasche”, le mattonelline grigie della “Via Dritta”), e che oggi è un valente medico chirurgo, oltre che splendida atleta, posso dirvi solo che è un misto dei caratteri paterno e materno. Insomma una miscela che, all’occorrenza, può diventare esplosiva!
Insomma è proprio vero: Buon sangue non mente!


CIAO MARIO, MIO VECCHIO ISTITUTORE.
(di Beppe Meloni)
Dopo aver superato brillantemente il traguardo dei novanta, una calda domenica di Maggio si porta via Mario Muscas, amico di una vita, medico oculista, lussurgese doc, decano della classe medica arborense. A Mario si accompagna una parte significativa della mia difficile adolescenza, vissuta in quella lontanissima Sassari primi anni Quaranta, tra il fascismo e la guerra, nelle gelide aule del Convitto Canopoleno. L’antico collegio gesuitico di via S.Caterina numero 5, fondato nel lontano 1612 da Antonio Canopolo, un sassarese illustre, per trent’anni arcivescovo della terra d’Arborea.
Mario è stato uno dei miei primi “istitutori”. E in precedenza compagno di squadra di un mio fratello maggiore, Carlo. Andato a morire ventenne, volontario universitario nel 79° Reggimento Fanteria “Pasubio” sulla steppa russa, nella tragica ritirata sul Don del gennaio 1942. Dopo la laurea in Medicina e specializzazione in Oculistica all’ateneo turritano (scuola Venturi-Focosi, come ha ricordato Sandro Ladu, amico fraterno di Mario) Mario e Bianca, giovani sposi, sono sbarcati a Oristano nei primi anni Cinquanta, rafforzando le fila di quei sassaresi che hanno fatto onore alla città di Eleonora.
Qualche anno fa mi raccontavano di essere andati a visitare l’antico collegio, trasformato in una grande pinacoteca. Frugando tra i ricordi giovanili, Mario era riuscito a ritrovare, ai piani alti delle vecchie camerate, un passaggio segreto, che lui e altri convittori utilizzavano spesso per le scorribande notturne fra i vicoli della città vecchia.
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Grazie Mario, di quello che hai rappresentato per tutti noi! Il Tuo ricordo non svanirà!
Mario Virdis

PADRE SALVATORE MORITTU E LA SUA COMUNITA' "S'ASPRU": UN SOGNO CAPARBIAMENTE PERSEGUITO E DIVENTATO REALTÀ. UNA GRANDE STORIA D’AMORE E DI SERVIZIO AGLI ALTRI.

Oristano 14 Maggio 2015
Cari amici e amiche nel Rotary,
quando Domenica scorsa il nostro "gruppo" di rotariani di Oristano ha partecipato all'inaugurazione della ristrutturata falegnameria della Comunità S'Aspru, ideata e realizzata da Padre Salvatore Morittu, mi sono reso conto di molte cose che, anche se prima mi erano note, non le avevo valutate e collocate nella giusta dimensione. Pur conoscendo da molti anni questo frate, attivo e caparbio, non lo avevo ancora messo a fuoco nella reale e concreta dimensione del suo grande disegno di servizio agli altri. La visita alla sua "Città dei ragazzi" me lo ha fatto conoscere in modo più completo. 
Nel mio blog personale (www.amicomario.blogspot.com ) faccio tutti i giorni una riflessione che ritengo utili a chi legge. Ecco cosa ho scritto il 12 Maggio a proposito di questa giornata a S'aspru, regno di Padre Morittu.


Oristano 12 Maggio 2015
Cari amici,
la mi riflessione di oggi potrebbe iniziare, come è d’uso nelle favole, con il classico: “C’era una volta…” e finire poi, con lo scontato “e vissero tutti felici e contenti”. La grande differenza, però, è una sola: che quello che sto per raccontarvi è tutto vero, mica una favola, per quanto moderna! Oggi voglio riflettere con Voi sulla straordinaria nascita di una struttura di “recupero” per ragazzi difficili, qual è S’ASPRU, una realtà che chiunque voglia sincerarsene può toccare con mano tutti i giorni: anzi che consiglio a tutti di andare a visitare. Credetemi, ne vale la pena.
Artefice della realizzazione di questo sogno è un umile frate:Padre Salvatore Morittu. Figura minuta, apparentemente gracile, fragile, oggi ormai quasi 70enne, che porta occhiali spessi, ma dotato di un carattere d’acciaio e di una volontà che sconfina nell’irremovibile, che non si da mai per vinto. La sua figura è ormai nota anche fuori dai confini nazionali. Padre Morittu io l’ho conosciuto diversi anni fa, presentatomi da un caro amico rotariano, Salvatore Fozzi, del Rotary Club di Cagliari. L’incontro è avvenuto in occasione di un intervento economico fatto dal Rotary in favore della sua Comunità. L’ho rivisto e abbracciato anche ieri, in occasione dell’inaugurazione del ripristino di una struttura (la falegnameria) utilizzata dai sui ragazzi e rimessa a nuovo con il contributo di tutti i Rotary Club della Sardegna.
In precedenza, pur essendo entrato in amicizia con Lui, non avevo mai avuto l’occasione di mettere piede a S’aspru, la sua “città dei ragazzi”, ed è stato il vederla, il toccarla con mano, che oggi mi ha spinto a fare questa riflessione con Voi, perché le cose straordinarie vanno raccontate, non solo vissute in silenzio,in un mondo come quello che stiamo vivendo, dove la comunicazione è qualcosa in cui siamo totalmente immersi! Il mondo che viviamo ha fatto dire a chi lo studia che “per esistere bisogna comunicare” e che, di conseguenza, “chi non comunica non esiste”. Detto questo, oggi voglio ripercorrere con Voi questa bella storia: quella di un uomo particolarmente determinato e impregnato di spirito di servizio verso gli altri, che, illuminato dal Buon Dio,  è stato capace di realizzare cose straordinarie.
Salvatore Morittu nasce a Bonorva, in Provincia di Sassari, il 29 Settembre del 1946. La sua religiosità interiore lo porta ad accettare con gioia la “chiamata” del Signore. Nel 1972 consegue la laurea in teologia “summa cum laude” con specializzazione in Bibbiapresso l’Istituto Biblico di Gerusalemme (Israele) e diventa sacerdote francescano dell’Ordine dei Frati Minori. Nel 1977 si laurea in Psicologia all’Università statale La Sapienza di Roma con la massima votazione, 110 e la lode, discutendo una tesi di ricerca su “La famiglia e il processo di ospedalizzazione psichiatrica”. Nel 1978 si specializza come psicologo per i consultori familiari presso l’Istituto Toniolo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma.
Nella sua lungimirante visione del mondo giovanile è angustiato dal crescente numero di giovani che si “perdono”, uscendo dalla retta via, in particolare con l’uso delle droghe. Questo lo porta a studiare i modi per recuperarli e nel 1980 fonda a Cagliari la Comunità San Mauro, prima comunità terapeutica residenziale per tossicodipendenti in Sardegna e il Centro di Accoglienza San Mauro. Una volta avviata e fatta crescere questa struttura non si accontenta: pensa che quello è solo l’inizio, e che possa essere fatto ancora tanto. Mai dimentico delle sue radici (il Meilogu), sa che nella sua terra d’origine c’è una grande struttura, che da anni è in totale abbandono: una villa campestre di fine 800, in localitàS’Aspru, comune di Siligo, al centro di una grande estensione di terreni, praticamente quasi tutta la collina di S'Aspru, in precedenza appartenuti all'ingegner Diego Murgia e alla moglie Donna  Annunziata Vivanet, e successivamente da quest’ultima donati alla Curia di Sassari.
Il sogno di Padre Morittu è trasformare quell’azienda, in passato lussureggiante e produttiva ma ora invece in totale abbandono, in un’oasi produttiva, capace di riportare alla vita le persone che nel loro percorso si erano perdute. L’idea è bella, ma inizialmente non ha il coraggio di chiedere all’Arcivescovo di Sassari, Mons. Paolo Carta, di concedergli quel bene per utilizzarlo nel recupero dei “suoi ragazzi”, ma vinta la diffidenza iniziale ci prova e con grande gioia ottiene dal Vescovo “carta bianca”. Le difficoltà non lo spaventano. Siamo nel 1982 e, superate con grande coraggio le difficoltà derivanti dal pessimo stato dei luoghi, decide senza indugio di trasferire a S’Aspru sette ragazzi, già recuperati dalla droga nella Comunità di San Mauro a Cagliari, che, come pionieri, partono alla volta di Siligo, località S'Aspru.
Arrivati in questa vasta località incolta, posta sul cucuzzolo di una collina alla cui base sono i resti della chiesa bizantina di Mesu Mundu, si trovano davanti un imponente edificio che ha conosciuto tempi migliori: un fabbricato enorme che però si presenta in totale abbandono. I sette ragazzi-pionieri  anziché spaventarsi si rimboccano le maniche: si riciclano muratori e falegnami, elettricisti e fabbri, imbianchini ed idraulici, e in poco tempo riescono a ridare un minimo di dignità all’antica costruzione. Certo non fanno tutto da soli: è l’aiuto della provvidenza a venir loro incontro, giorno dopo giorno.

Dopo i primi lavori di riattamento dell’immobile viene la volta dei terreni, da tempo privi di coltivazione e utilizzati in larga misura a pascolo brado per greggi di pecore, e anche di mucche e vitelli. Inizialmente sono 14 ettari quelli da rendere nuovamente produttivi, gli altri sono affittati o ceduti a terzi. Il paese di Siligo si mostra diffidente nei loro confronti: fa paura la presenza di drogati, anche se a quattro chilometri dall'abitato. In pochi mesi, però, la diffidenza cade, e alla fine risulta difficile capire “Chi” ha adottato: se il Paese la Comunità o viceversa. Il vero artefice di questa incredibile trasformazione, fisica e mentale,  è padre Salvatore Morittu, uomo dotato di un inestinguibile fuoco trasformatore che sembra avere la divina “capacità di moltiplicare”, come nella parabola dei pani e dei pesci.
L'avventura pionieristica dei primi sette ragazzi, dopo i primi 7/8 mesi di attività si arricchisce di altri ingressi che raddoppiano le presenze: ora sono 14. Nell’anno successivo le presenze arrivano a 27, che si ridurranno a 24 nel 1984, a 20 nel 1985 e a 17 nel 1986. Flessione, quella rilevata, giustificata con l'intervenuta apertura (nel maggio 1985) della terza comunità sarda: quella di Campu'e Luas. Oggi s'Aspru è una bella Comunità agricolo-pastorale che ha preso il nome di “Mondo X Sardegna”. I ragazzi presenti sono una trentina, tutti impegnati in un programma  di recupero psico-sociale che si compie di norma nell'arco di tre-quattro anni, supportati da una serie di figure professionali del volontariato che li assistono.
Nel tempo gli ettari a disposizione della Comunità sono aumentati: dagli iniziali 14 sono oggi quasi 100, come racconta con orgoglio Padre Morittu, che Domenica 10 Maggio ha intrattenuto noi rotariani in una bella conviviale al termine della cerimonia di consegna del nostro apporto economico che ha ripristinato la falegnameria comunitaria. L’insieme dei terreni utilizzati è oggi variamente produttivo: una parte è coltivata a cereali: grano, orzo, avena, granturco; un'altra parte è destinata a frutteto (pere, mele, ciliegie, fichi, agrumi), infine  c’è l'orto, che  produce pomodori e verdure d'ogni tipo, insalate e barbabietole. La vera ricchezza di S'Aspru è però costituita dagli animali; c’è di tutto:  dalle mucche ai vitelli, dai maiali alle galline,  dagli struzzi alle anatre, dalle capre alle pecore.
A s’Aspru ogni giorno è un viavai continuo di uomini, donne, giovani e bambini; c’è chi va per donare, chi per ricevere e chi per osservare: per cercare di capire, di riscoprire i valori della propria esistenza. Tutti ammaliati dal sogno di una convivenza umana rispettosa di ciascuno, ma capace di far crescere tutti. Il lavoro svolto dai ragazzi è equamente distribuito: si lavora in squadre e, all’interno dei gruppi, la scansione dei tempi e degli impegni comunitari è tale da non tralasciare il lavoro della mente: il lavoro fisico e quello culturale e di riflessione, devono andare di pari passo. E’ la “formazione del sé”, quella importante: lavoro e cultura insieme: sono questi i pilastri che reggono la Comunità che non a caso si definisce "di vita", perché nella condivisione – scelta ideale che scaturisce dalla convivenza – si collocano tutte le tecniche pedagogiche della riscoperta del senso dell’esistenza.
Cari amici, le vie spirituali, tante volte, sono un vero e proprio “apripista”, capaci di raggiungere mete apparentemente irraggiungibili. Quando Padre Morittu racconta questa meravigliosa avventura gli brillano gli occhi: il Suo sguardo, anche se apparentemente ti mette a fuoco e ti sorride per ringraziarti,  va ben oltre il tuo Io: Lui vede ben più lontano, perché Lui percorre un sentiero speciale, quello particolare della Provvidenza, che di Padre Morittu si è servita per dimostrare agli uomini che è necessario uscire dall’egoismo, per abbracciare, come fratelli, l’intera umanità.

Sono tanti i rotariani che gli vogliono bene e che lo considerano “uno di loro” (è socio onorario in più di un club) perché Lui, meglio di tutti noi, ogni giorno, con il suo immenso amore, ci dimostra che ci da più gioia il donare che il ricevere! Grazie Padre Morittu sei un esempio per tutti noi.
Ciao, amici, a domani.
Mario

martedì 12 maggio 2015

UN MAGGIO IMPEGNATO E OPEROSO: CI AVVIAMO VERSO IL CONGRESSO E L’ASSEMBLEA.



Oristano 12 Maggio 2015
Cari amici,
anche Maggio ci vede animati ancora da grande e coraggioso impegno: prima che l’anno rotariano finisca dobbiamo portare a compimento i progetti iniziati. La delegata allo Scambio Giovani, Egle, Sabato 2 Maggio, ha partecipato a Cagliari, presso il Cesear's Hotel, all’incontro, organizzato dal Rotary Internazionale, per verificare la corretta gestione del programma di “Scambio”. Una particolare “verifica e valutazione” delle modalità operative che i club mettono in atto nell’espletamento e nel  rispetto delle regole stabilite dal Rotary. Ecco una bella foto ricordo della riunione, che vede al centro il PDG Luciano Di Martino.
Domenica 3 Maggio abbiamo partecipato all’interclub promosso dal Sedilo Marghine Centro Sardegna, con una bellissima escursione nelle vallate che si affacciano sul lago Omodeo. Terra bella e ricca di vestigia nuragiche: tombe di giganti, necropoli (domus de janas), nuraghi, oltre ad una bella e ricca vegetazione. Eravamo in tre a rappresentare il club: il Presidente Nando, Giorgio Sanna ed io (sono Assistente per quel club). L’incontro si è concluso con una bella conviviale, il cui ricavato è stato destinato dal club ai progetti della R.F. Durante la conviviale la Presidente Claudia Riccio ha consegnato il distintivo di "Socio Onorario" del club a Italo Doglio, loro precedente Assistente. Nando ha consegnato a Claudia il nostro gagliardetto.

Venerdì 8 Maggio, la nostra consueta conviviale è stata preceduta da una importante conferenza dei “Venerdì col Rotary”. Protagonista della serata il Direttore dell’Unione Sarda (il maggior quotidiano dell’Isola), Anthony Muroni, che ha piacevolmente intrattenuto il numeroso pubblico parlando de “L’evoluzione dei mezzi di comunicazione”. Un bel dibattito ha animato il pubblico al termine della conferenza. Durante la conviviale, le due ragazze in “Scambio”, Carla e Jenny, hanno ringraziato il club e parlato della loro straordinaria esperienza fatta da noi ad Oristano. Erano presenti numerosi rotaractiani e diversi ospiti dei soci.
Sabato 9 Maggio, abbiamo concretizzato l’evento “Io dono Tu vivi” ideato dal Rotaract e dedicato alla donazione del sangue: numerosi rotaractiani e giovani rotariani si sono recati all’ospedale civile e hanno partecipato alla gradita donazione. Ecco una foto del nostro impegno.
Domenica 10 Maggio, abbiamo voluto essere presenti in forze all’inaugurazione del progetto che tutti i club della Sardegna hanno messo in atto per rimettere in pristino la falegnameria della Comunità Terapeutica S’aspru, di Padre Salvatore Morittu. Per il nostro club eravamo in 11: Il Presidente Nando, Lucio Melis, Vici Falqui Cao, Elio Meloni, Uccio Pagliazzo, con le rispettive mogli ed Io. Dopo la S. Messa, celebrata da Padre Morittu nella bellissima Basilica di Saccargia, abbiamo raggiunto S’Aspru dove, presente il Governatore del Distretto, Carlo Noto la Diega, abbiamo scoperto la targa ricordo del nostro intervento. Una "saporita" e partecipata conviviale (eravamo oltre 200), preparata dai ragazzi della Comunità (con cibi di loro produzione) ha messo fine alla bella giornata di amicizia rotariana. Il nostro Presidente Nando ha donato per ricordo il guidoncino del nostro club a Padre Morittu.
Il Rotary, cari amici, è sentito dai nostri soci anche in giro per il mondo, in particolare nella patria dove la nostra associazione è nata: ecco una bella foto-ricordo del nostro socio Augusto Cadeddu che con la moglie Stefania e il nipote Alessandro, sorridono di fronte alla sede centrale del Rotary International! 
Complimenti, anche, alla nostra socia Dora Soru, dirigente dell’Amministrazione Provinciale di Oristano che recentemente ha ricevuto l’incarico di dirigere il Servizio territoriale per la Provincia di Oristano dell’Ente Foreste della Sardegna. Auguri da tutti noi!
Segnaliamo anche un’interessante progetto occupazionale Rotary, comunicatoci da Massimo Brancaccio, portavoce del Distretto:
Il Rotary offre a 50 giovani disoccupati tra i 18 e i 35 anni di età un corso professionalizzante di 400 ore (da settembre a novembre 2015) presso il Consorzio Sa Corona Arrubia (www.sacoronarrubia.it), sugli aspetti culturali, progettuali, manageriali necessari per creare lavoro, valorizzando il patrimonio culturale del territorio. Il bando “Ambasciatori della cultura del territorio” scade il 15 giugno 2015, ed è disponibile al link: http://cl.ly/20383U3e3K1x .

In chiusura, cari amici, devo purtroppo riportare anche una nota triste: la scomparsa del Dr. Mario Muscas, socio fondatore del nostro club, padre di Adriana nostro Presidente Designato. Abbiamo appreso la notizia Domenica mattina, mentre nella Basilica di Saccargia, assistevamo alla Messa con gli altri rotariani in interclub. Il Governatore, appresa la notizia, a voluto farne partecipi tutti i club presenti, chiedendo un minuto di silenzio per ricordare il nostro indimenticabile Mario. Ieri 11 Maggio si sono svolti i funerali nella Cattedrale di Oristano, gremita dei tanti amici che lo conoscevano e gli volevano bene. Noi rotariani abbiamo voluto portare in Chiesa il labaro del club, a testimoniare il nostro affetto e la sua quasi 50ennale appartenenza alla nostra associazione. Ai familiari tutti le nostre più sentite condoglianze.
Prima di salutarvi vi ricordo che a Maggio si svolgono a Roma il Congresso e l’Assemblea del Distretto (22, 23 e 24) a cui parteciperemo e che la nostra conviviale, riservata ai soli soci è confermata per il 29 Maggio alle 20,30.
Un abbraccio.
Mario