sabato 24 settembre 2011

OTTOBRE, Mese dedicato dal RI all’Azione Professionale (Vocational Service Month).



Oristano 24 Settembre 2011

Care Amiche e cari Amici,

Si avvicina a grandi passi il mese di Ottobre, dedicato dal R.I. all’Azione Professionale. Questo argomento mi stimola a ricordare a tutti noi la cara e vecchia prova della “Quattro Domande”, cavallo di battaglia degli anni passati, quasi una prova di ammissione al nostro sodalizio. Certamente ben valida ancora oggi! Eccola.

Ciò che penso, dico o faccio,

1 - Risponde a verità?

2 - E’ giusto per tutti gli interessati?

3 - Promuove la buona volontà e migliora i rapporti di amicizia?

4 - Sarà vantaggioso per tutti gli interessati?

Quanto sembra adattarsi a pennello ai difficili tempi odierni, quella antica prova delle ‘Quattro Domande’! Essa fu ideata nel 1932 da Herbert J. Taylor, che fu poi Presidente del Club di Chicago nel 1939/40 e che più tardi, nell’anno 1954/55, divenne Presidente del Rotary International.

Perché il Rotary dedica il mese di ottobre all’Azione Professionale? Principalmente per invitarci fermamente ad agire sempre ‘al meglio’ nell’esercizio delle nostre professioni.

E’ un forte richiamo, quello dell’etica negli affari e nelle professioni, fatto a tutti rotariani: un invito personale a ciascuno di noi, per stimolare la nostra coscienza ad agire con il massimo della professionalità, dell’equità, della disponibilità e della giustizia.

Questo richiamo ci riporta indietro nel tempo, quando siamo stati cooptati nel Rotary. Quella scelta, fatta da un socio già facente parte del nostro Club, forse fu, nel nostro caso, certamente corretta, se noi oggi viviamo il Rotary rispettando i suoi inderogabili principi. Ebbene, cari amici, questo però significa anche che, come è successo per noi, cosi dovrà continuare! Il problema delle nuove ammissioni è cosi delicato che implica una grande responsabilità in tutti noi nel proporre e successivamente accogliere un nuovo candidato-socio.

Nel Seminario per l’Effettivo, organizzato dal club di Macomer lo scorso 17 Settembre, il primo disposto quest’anno dal Governatore Daniela Tranquilli Franceschetti, tutte le relazioni hanno messo in luce questa inderogabile necessità.

Coordinato dal PDG Tony Lico l’incontro, partecipato da oltre 120 soci sardi, annoverava diversi relatori, tra i quali il sottoscritto, che teneva una relazione proprio sulle ‘Ammissioni’, ovvero l’ingresso di nuovi soci nei club.

Ho ribadito con forza questi principi sostenendo che i ‘candidati’ non debbono essere solo dei “numeri uno” nella professione ma avere nel loro DNA i principi alla base del nostro essere rotariani: capacità di dare e ricevere amicizia, tolleranza, etica, disponibilità a condividere le loro professionalità con chi ha bisogno, solidarietà e ricerca costante della Pace. Solo cosi essi non saranno solo dei semplici “Numeri Uno” ma personaggi ‘speciali’, capaci di coniugare professionalità e capacità di servizio. Nella relazione ho sostenuto che il Rotary non ha bisogno di “Numeri Primi” (..ricordi di matematica..), numeri speciali ma incapaci di dividere le loro proprietà con gli altri, solitari e arroccati nella loro splendida individualità, ma di ‘Numeri Uno’ speciali, disponibili proprio a dividere con gli altri le loro professionalità e capacità. Il futuro del Rotary dipende proprio da noi e dalla nostra capacità di inserire ricambi generazionali di alta qualità.

Il tema di questo mese di Ottobre, cari amici, è un tema che ci invita ad una seria riflessione. Spesso crediamo di essere disponibili solo per il fatto di essere rotariani. Non è sempre cosi. Proprio perché siamo rotariani non possiamo mai dimenticare di operare sempre nel pieno e costante rispetto di quelle regole ideali che abbiamo accettato quando siamo entrati a far parte dell’Associazione, che si identificano nel nostro motto: Servire al di sopra del nostro personale interesse.

Non sono tempi felici quelli che viviamo. Se ci guardiamo intorno vediamo con non poca preoccupazione le allarmanti situazioni nell’economia, nella finanza, nelle imprese e nelle professioni. L’intera società mondiale si muove spesso in maniera scomposta, non solo a causa degli effetti spesso perversi della “Globalizzazione” ma anche da quelli derivanti da comportamenti privi di scrupoli. Sembriamo tornati indietro nel tempo, agli albori della grande industrializzazione dei primi del ‘900!

Sono passati molti anni da allora e dalle prime riflessioni di un giovane avvocato di Chicago, il nostro Paul Harris, che, osservando quei mali, ebbe con pochi amici la brillante idea di far nascere quel nuovo gruppo sociale che chiamerà Rotary.

Poco o niente sembra essere cambiato da quel lontano 1905. Come racconta nel suo libro di memorie “La mia strada verso il Rotary”, P. Harris sosteneva che “ ...lo scopo del Rotary non era quello di rappresentare la Società dal punto di vista sociale, religioso o razziale, ma quello di riunire uomini d'affari e professionisti, di diversa estrazione sociale, di diversa religione e nazionalità, affinché potessero meglio comprendersi a vicenda ed essere, cosi, più solidali, cordiali e al servizio gli uni degli altri...".

Questo il principio "di servizio" propostoci da Paul Harris!

Se i cambiamenti ancora non ci sono stati ci viene spontaneo chiederci: cosa possiamo fare, oggi, noi rotariani per cercare il cambiamento?

La risposta è una sola. Dobbiamo continuare, senza tentennamenti, sulla strada iniziata dal nostro fondatore! Mettere al servizio degli altri, meno fortunati di noi, le nostre professionalità e la nostra capacità di servizio.Dobbiamo mettere in pratica, ogni giorno, quei principi che abbiamo accettato entrando nell’Associazione e dai quali nascono i doveri nell’esercizio di ciascuna delle nostre professioni.

L’ etica negli affari e nelle professioni è uno dei pilastri del Rotary che, unito alla forza dell’amicizia, della tolleranza e della ricerca della pace mondiale, costituisce la sintesi del nostro “ Servire al di sopra di ogni interesse personale”.

Un caro saluto affettuoso e… Buon Rotary a tutti Voi.

Mario





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