Oristano 25 Novembre
2013
Cari amici,
il successo che le
nostre conferenze continuano ad avere è un indiscutibile riconoscimento che
quella intrapresa qualche anno fa era la strada giusta. Per quest’ultima
conferenza avevamo tanti timori, causati anche dai tristi eventi che hanno colpito la Sardegna nei giorni
precedenti, ma la gente, nonostante il doveroso dolore per i recenti lutti, non
è voluta mancare.
Il Rotary, cari amici,
ha orgogliosamente attraversato il primo secolo di vita, sulla strada del
servizio e della solidarietà, e giustamente non poteva restare insensibile ai
gravi danni causati dal ciclone “Cleopatra” agli abitanti della terra sarda, ed
in particolare a quelli del nostro territorio.
Faremo di tutto per aiutarli e mettere
insieme quanto possibile: la conviviale prevista dopo la conferenza di cui
dicevo, è stata annullata per destinare quanto sarebbe stato speso alle prime
necessità dei colpiti dall’alluvione. Molti altri club si sono messi in
contatto con il nostro per esprimerci vicinanza e solidarietà, mentre i “nostri”
ragazzi del Rotaract hanno già messo in piedi un conto d’appoggio per
sollecitare offerte e donazioni; non solo: un gruppo di questi ragazzi è andato nelle zone colpite (Uras, in particolare) per prestare
materialmente (armati di stivali ed attrezzi) il proprio aiuto. Anche il club
di “Church Oswaldtwistle Rotary Club”, il cui Past President Franco Sanna
(originario di Silì) venne a trovarci qualche anno fa in interclub, invierà a
nome del suo club 500 sterline. La solidarietà rotariana è sempre pronta a fare
il possibile.
La partecipata
conferenza sui Giganti di Mont’e Prama è stata davvero interessante. Il Dottor
Alessandro Usai, funzionario Archeologo della Soprintendenza, relatore della
serata, ha con grande capacità riepilogato il lungo percorso che i giganti
hanno fatto prima di approdare a “Li Punti” a Sassari, nel laboratorio di
restauro dove si trovano ora. Li, validi giovani studiosi hanno cercato di ricomporli:
di rimettere insieme i mille pezzi in cui erano stati ridotti per chissà quale
causa nel lontano passato. Abbiamo da Lui riascoltato la storia del ritrovamento,
del “lungo sonno” nei magazzini della Soprintendenza a Cagliari, delle
polemiche che negli anni hanno accompagnato la loro storia, fino ad arrivare,
finalmente, al restauro, ormai completato per quello che era possibile. L’esperto
archeologo ha anche parlato degli scavi effettuati nel luogo del ritrovamento,
delle perplessità e del mistero che il ritrovamento in quel luogo,
apparentemente poco significativo, ha creato e che ancora non si è riusciti a svelare.
Le ipotesi sono tante: cosa lega i “veri giganti”, costruttori dei nuraghi, a
queste statue, che si differenziano nettamente dalla civiltà precedente? I
giganti erano parte di un tempio (magari come colonne antropomorfe) o erano un corredo
funebre? Alle mille domande senza risposta si cercherà di dare qualche
soluzione con la ripresa degli scavi che, a Suo dire, non tarderanno. Scavi che
potranno collegare meglio la civiltà precedente (quella delle tombe dei giganti
come luogo di sepolture collettive), a quella degli uomini di Mont’e Prama, che
praticavano invece la sepoltura in tombe “individuali”, a pozzetto, sia tonde
che quadrate. Due epoche, abbastanza lontane l’una dall’altra, ed il cui legame
appare ancora misterioso, poco chiaro.
L’interesse per
l’argomento, man mano che il Dottor Usai parlava, si toccava con mano: un
silenzio attento è durato per tutto il periodo della relazione. Alla fine l’archeologo
ha affrontato anche l’argomento della collocazione delle statue, essendo
terminati, ormai, i lavori di restauro: è prevista la creazione di un percorso
museale che vedrà, comunque, privilegiato il museo di Cabras, dove verranno
custodite ed esposte al pubblico la gran parte delle statue: solo 4 (una per
ogni tipo di guerriero rappresentato) verranno custodite nel principale museo
della Sardegna, a Cagliari. La discussione finale, che ha visto anche l’intervento
del Sindaco di Cabras, ha concluso la serata.
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