mercoledì 16 gennaio 2013

PILLOLE DI ROTARY. PERCHE’ SIAMO UN’ASSOCIAZIONE DI SERVIZIO E NON DI VOLONTARIATO.



Oristano 16 Gennaio 2013
Cari amici,
mi è capitato e sarà capitato anche a Voi di sentir definire impropriamente la nostra associazione, considerata genericamente una struttura di “volontariato”. Debbo dirvi che questa definizione, spesso, è data anche da persone abbastanza qualificate. Quando preparavo la tesi sul Rotary,  studio sociologico che già conoscete in quanto il Distretto l’ha stampato e diffuso, anche la mia relatrice, la prof. Cioni,  accomunava il Rotary alle tante altre associazioni di volontariato, non trovando, a Suo avviso, sostanziali differenze tra le diverse strutture. Io invece, con grande caparbietà sostenevo che il Rotary  era nato come associazione di servizio e che si differenziava notevolmente dalle altre. Noi rotariani questo dovremmo saperlo bene! Il Rotary non è un gruppo indistinto di persone con lo spirito missionario dedite a fare del bene al prossimo ma una selezionata “squadra” di uomini e donne ai vertici delle loro professioni che, attraverso l’amicizia, cercano di orientare la Loro capacità e professionalità verso chi è meno fortunato, offrendo quel “disinteressato servizio”, al di sopra del proprio interesse personale. L’amicizia nel Rotary è il punto centrale e unificatore degli scopi dell’intera associazione, che si estrinseca  e si evolve in diverse variabili che così possiamo sintetizzare:
- Amicizia tra i soci
- Etica negli affari e nelle professioni
- Servire l’interesse generale
- Tolleranza e comprensione reciproca
- Cooperazione e ricerca della pace mondiale


Tutto questo differenzia il Rotary dalle altre associazioni di volontariato. La filosofia applicata dal Rotary è ben differente da quella applicata dalle associazioni di volontariato, anche se può essere rinvenuto un punto di raccordo con queste associazioni, avendo un fine comune: dare aiuto e sostegno a chi ha bisogno. Noi e Loro possiamo arrivare entrambi allo stesso traguardo ma seguendo percorsi diversi. Nel mondo del volontariato è preminente il concetto altruistico dell’homo donator, attraverso la piena applicazione della logica filosofica del  Dono.  Questa logica del dono, come gli studiosi del  MAUSS (Mouvement Anti-Utilitariste dans les Sciences Sociales) hanno ampiamente osservato e riscontrato, afferma che il valore del dono, parte integrante del rituale delle società arcaiche, può  valere anche per la società contemporanea. Il MAUSS fu fondato in Francia agli inizi degli anni Ottanta da un gruppo di studiosi, tra cui Alain Caillé, G.Berthoud, J.T. Goudbout, A.Salsano, S.Latouche. Libro sicuramente interessante per chi vuole approfondire è  “Il terzo Paradigma. Antropologia filosofica del Dono” di A. Caillè (Bollati e Boringhieri, TO 1998). La filosofia rotariana, invece, è improntata all’etica economica e sociale, che si muove nella logica dell’homo oeconomicus. Il mondo rotariano e quello del volontariato si incontrano negli scopi, nell’impegno sociale, ma seguendo strade diverse. Credo che analizzare con Voi questi percorsi aiuti sia a conoscere meglio il nostro “servizio” che a conoscere ed apprezzare di più anche quello svolto dalle altre associazioni.  Vediamo insieme le differenti vie d’azione.

Il Rotary nasce agli inizi del ‘900 proprio con lo scopo  di “dare servizio” al contesto sociale di riferimento: attraverso il miglioramento dell’amicizia tra i soci, mettere a disposizione la loro professionalità al servizio del sociale. Anche oggi all’articolo IV dello statuto di ogni Rotary club si legge che  lo scopo del Rotary è quello di “diffondere l’ideale del servire, inteso come motore e propulsore di ogni attività”. L’invito ad operare nella società, improntando la propria attività all’applicazione di un’etica economica e professionale, era ai primi del Novecento da considerarsi assolutamente rivoluzionario. In quell’epoca, infatti, tutto era finalizzato a ottenere il massimo profitto ed a raggiungere esclusivamente l’interesse personale. Un’associazione nata, quindi, per condividere l’amicizia, la tolleranza e l’etica professionale, ma con precise regole di appartenenza, rappresentanza e accettazione. Un’organizzazione, comunque, capace, attraverso l’impegno e la professionalità dei propri soci, anche di concerto con altre realtà volontaristiche e ONG (Organizzazioni Non Governative), di svolgere operazioni di rilevante importanza per fini di solidarietà, di umanità e di fratellanza. 

Il Rotary, cari amici, è un’associazione che ha migliorato la coscienza dell’homo oeconomicus senza trasformarlo, però, in homo donator! 
Il rotariano è un uomo che è parte integrante della sfera economica mondiale. Esso eleva il proprio lavoro applicando alti principi di etica negli affari e nelle professioni, è orientato costantemente a servire l’interesse generale, è tollerante e comprensivo nei confronti della diversità culturali, sociali, politiche e religiose. Homo oeconomicus, dunque, ma etico e non egoista, che svolge il suo servizio costantemente orientato alla cooperazione, con il fine ultimo del raggiungimento della pace mondiale. Tutto questo è svolto dai rotariani attraverso lo sviluppo dell’amicizia e del pieno rispetto delle regole di appartenenza, che prevedono, per l’ingresso nei club, la giusta selezione, atta a garantire l’armonia con l’organico esistente, privilegiando la qualità e non la quantità, nella logica che “gli amici si scelgono”.

Già dalla costituzione del primo club Rotary Paul Harris stabilì sia la cooptazione (ingresso di nuovo socio su proposta e gradimento dei soci già facenti parte del club) che la rappresentanza: un socio per ogni categoria di cui doveva rappresentare il vertice. Scrive P. Harris nel suo libro “La mia strada verso il Rotary”:
… Spesso mi è stato chiesto perché i club rotariani limitino l’appartenenza ad un solo rappresentante di ogni mestiere o professione ed io ho risposto: perché il nostro esperimento ha dimostrato, nella pratica, che ciò contribuisce a formare una comunanza congeniale tra i vari appartenenti, non suscita gelosie professionali, incoraggia l’assistenza reciproca, stimola l’orgoglio per la propria occupazione e, infine, allarga la propria mente e la solidarietà nei confronti della realtà, dei successi e dei problemi di altre occupazioni. L’appartenenza al Rotary consente anche di godere dell’amicizia di uomini di ogni professione, allargando cosi i propri confini. Non bisogna sottovalutare il fatto che l’essere rotariano impone a ciascuno l’obbligo di farsi portavoce degli ideali e dei principi del Rotary all’interno della propria associazione professionale…”.

Nel sogno di ogni rotariano non c’è la semplice carità ma qualcosa di più: non solo l’aiuto ma l’assistenza a chi necessita del suo aiuto; nel suo paniere da offrire al bisognoso non vi è solo il pesce per sfamarlo ma l’attrezzatura per aiutarlo a pescare quel pesce e renderlo libero ed indipendente. Questa la nostra filosofia, ben diversa da quella delle altre libere associazioni di volontariato!

In queste associazioni prevale la logica generalista del “Dono”. Chi entra a farne parte è animato dal bisogno di donare, anzi di donarsi, spogliandosi della sua intrinseca natura di homo oeconomicus e trasformandosi spontaneamente in homo donator. E’ il bisogno di raggiungere altre persone dotate dello stesso entusiasmo e volontà di operare liberamente nell’interesse della Comunità, senza distinzioni e selezioni. Entusiasmo certamente encomiabile. In Italia l’attuale normativa sul volontariato è regolata dalla Legge 266/91, che ha messo un punto fermo ed importante tra il variegato mondo del volontariato e le pubbliche amministrazioni che ne usufruiscono. Dall’esame, anche sommario, degli articoli della legge si rileva che le associazioni di volontariato sono libere ed aperte a tutti. Inoltre, queste associazioni sono vincolate dalla legge, con obbligo di formazione di bilanci, assoluta gratuità delle prestazioni dei soci, e con lo svolgimento delle finalità espressamente indicate nello statuto.
Credo che le differenze prima evidenziate tra le diverse strutture, pur rivolte entrambe al sociale, dimostrino, senza ombra di dubbio, come il Rotary e le Associazioni di volontariato sono due mondi alquanto diversi, anche se con un unico comune obiettivo: la solidarietà. 

La solidarietà noi rotariani la conosciamo molto bene perché la pratichiamo tutti i giorni, in tutto il mondo, anche in modo speciale. Si, in “modo speciale”, perché nel mondo esistono anche dei “rotariani speciali”: sono i Volontari del Rotary. Sono dei qualificati professionisti che dedicano parte del proprio tempo e delle proprie risorse ad effettuare personalmente operazioni umanitarie. Sotto il nome di volontari del Rotary , si celano persone straordinarie, sono medici, ingegneri, insegnanti, tecnici agricoli, etc.,  animati da un particolare spirito di servizio, che, rinunciando alle ferie, al tempo libero, si recano nelle zone più svantaggiate del Pianeta per curare la cecità, vaccinare bambini, realizzare pozzi o strade, e quant’altro possa portare sollievo a popolazioni che mancano di tutto. Il Rotary, cari amici,  tra i suoi numerosi soci annovera anche quelli speciali!

Grazie della Vostra sempre gradita attenzione!
Mario


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