Oristano
16 Gennaio 2013
Cari
amici,
mi è
capitato e sarà capitato anche a Voi di sentir definire impropriamente la
nostra associazione, considerata genericamente una struttura di “volontariato”.
Debbo dirvi che questa definizione, spesso, è data anche da persone abbastanza
qualificate. Quando preparavo la tesi sul Rotary, studio sociologico che già conoscete in quanto
il Distretto l’ha stampato e diffuso, anche la mia relatrice, la prof.
Cioni, accomunava il Rotary alle tante
altre associazioni di volontariato, non trovando, a Suo avviso, sostanziali
differenze tra le diverse strutture. Io invece, con grande caparbietà sostenevo
che il Rotary era nato come associazione
di servizio e che si differenziava notevolmente
dalle altre. Noi rotariani questo dovremmo saperlo bene! Il Rotary non è un
gruppo indistinto di persone con lo spirito missionario dedite a fare del bene
al prossimo ma una selezionata “squadra” di uomini e donne ai vertici delle
loro professioni che, attraverso l’amicizia, cercano di orientare la Loro
capacità e professionalità verso chi è meno fortunato, offrendo quel
“disinteressato servizio”, al di sopra del proprio interesse personale. L’amicizia
nel Rotary è il punto centrale e unificatore degli scopi dell’intera
associazione, che si estrinseca e si
evolve in diverse variabili che così possiamo sintetizzare:
-
Amicizia tra i soci
- Etica
negli affari e nelle professioni
-
Servire l’interesse generale
-
Tolleranza e comprensione reciproca
-
Cooperazione e ricerca della pace mondiale
Tutto
questo differenzia il Rotary dalle altre associazioni di volontariato. La
filosofia applicata dal Rotary è ben differente da quella applicata dalle
associazioni di volontariato, anche se può essere rinvenuto un punto di
raccordo con queste associazioni, avendo un fine comune: dare aiuto e sostegno
a chi ha bisogno. Noi e Loro possiamo arrivare entrambi allo stesso traguardo
ma seguendo percorsi diversi. Nel mondo del volontariato è preminente il concetto altruistico dell’homo donator,
attraverso la piena applicazione della logica filosofica del Dono. Questa
logica del dono, come gli studiosi del
MAUSS (Mouvement Anti-Utilitariste dans les Sciences Sociales) hanno
ampiamente osservato e riscontrato, afferma che il valore del dono, parte
integrante del rituale delle società arcaiche, può valere anche per la società contemporanea. Il
MAUSS fu fondato in Francia agli inizi degli anni Ottanta da un gruppo di studiosi,
tra cui Alain Caillé, G.Berthoud, J.T. Goudbout, A.Salsano, S.Latouche. Libro
sicuramente interessante per chi vuole approfondire è “Il terzo Paradigma. Antropologia filosofica
del Dono” di A. Caillè (Bollati e Boringhieri, TO 1998). La
filosofia rotariana, invece, è improntata all’etica economica e sociale, che si
muove nella logica dell’homo oeconomicus.
Il mondo rotariano e quello del volontariato si incontrano negli scopi,
nell’impegno sociale, ma seguendo strade diverse. Credo che analizzare con Voi
questi percorsi aiuti sia a conoscere meglio il nostro “servizio” che a
conoscere ed apprezzare di più anche quello svolto dalle altre
associazioni. Vediamo insieme le
differenti vie d’azione.
Il
Rotary nasce agli inizi del ‘900 proprio con lo scopo di “dare servizio” al contesto sociale di
riferimento: attraverso il miglioramento dell’amicizia tra i soci, mettere a
disposizione la loro professionalità al servizio del sociale. Anche oggi
all’articolo IV dello statuto di ogni Rotary club si legge che lo scopo del Rotary è quello di “diffondere l’ideale del servire, inteso
come motore e propulsore di ogni attività”. L’invito ad operare nella
società, improntando la propria attività all’applicazione di un’etica economica
e professionale, era ai primi del Novecento da considerarsi assolutamente
rivoluzionario. In quell’epoca, infatti, tutto era finalizzato a ottenere il
massimo profitto ed a raggiungere esclusivamente l’interesse personale.
Un’associazione nata, quindi, per condividere l’amicizia, la tolleranza e
l’etica professionale, ma con precise regole di appartenenza, rappresentanza e
accettazione. Un’organizzazione, comunque, capace, attraverso l’impegno e la
professionalità dei propri soci, anche di concerto con altre realtà volontaristiche
e ONG (Organizzazioni Non Governative), di svolgere operazioni di rilevante
importanza per fini di solidarietà, di umanità e di fratellanza.
Il Rotary, cari amici, è un’associazione che ha migliorato la coscienza
dell’homo oeconomicus senza trasformarlo, però, in homo donator!
Il rotariano è un uomo che è parte integrante della sfera economica mondiale. Esso eleva il proprio lavoro applicando alti principi di etica negli affari e nelle professioni, è orientato costantemente a servire l’interesse generale, è tollerante e comprensivo nei confronti della diversità culturali, sociali, politiche e religiose. Homo oeconomicus, dunque, ma etico e non egoista, che svolge il suo servizio costantemente orientato alla cooperazione, con il fine ultimo del raggiungimento della pace mondiale. Tutto questo è svolto dai rotariani attraverso lo sviluppo dell’amicizia e del pieno rispetto delle regole di appartenenza, che prevedono, per l’ingresso nei club, la giusta selezione, atta a garantire l’armonia con l’organico esistente, privilegiando la qualità e non la quantità, nella logica che “gli amici si scelgono”.
Il rotariano è un uomo che è parte integrante della sfera economica mondiale. Esso eleva il proprio lavoro applicando alti principi di etica negli affari e nelle professioni, è orientato costantemente a servire l’interesse generale, è tollerante e comprensivo nei confronti della diversità culturali, sociali, politiche e religiose. Homo oeconomicus, dunque, ma etico e non egoista, che svolge il suo servizio costantemente orientato alla cooperazione, con il fine ultimo del raggiungimento della pace mondiale. Tutto questo è svolto dai rotariani attraverso lo sviluppo dell’amicizia e del pieno rispetto delle regole di appartenenza, che prevedono, per l’ingresso nei club, la giusta selezione, atta a garantire l’armonia con l’organico esistente, privilegiando la qualità e non la quantità, nella logica che “gli amici si scelgono”.
Già
dalla costituzione del primo club Rotary Paul Harris stabilì sia la cooptazione
(ingresso di nuovo socio su proposta e gradimento dei soci già facenti parte
del club) che la rappresentanza: un socio per ogni categoria di cui doveva
rappresentare il vertice. Scrive P. Harris nel suo libro “La mia strada verso
il Rotary”:
“ … Spesso mi è stato chiesto perché i club rotariani limitino l’appartenenza
ad un solo rappresentante di ogni mestiere o professione ed io ho risposto:
perché il nostro esperimento ha dimostrato, nella pratica, che ciò contribuisce
a formare una comunanza congeniale tra i vari appartenenti, non suscita gelosie
professionali, incoraggia l’assistenza reciproca, stimola l’orgoglio per la
propria occupazione e, infine, allarga la propria mente e la solidarietà nei
confronti della realtà, dei successi e dei problemi di altre occupazioni.
L’appartenenza al Rotary consente anche di godere dell’amicizia di uomini di
ogni professione, allargando cosi i propri confini. Non bisogna sottovalutare
il fatto che l’essere rotariano impone a ciascuno l’obbligo di farsi portavoce
degli ideali e dei principi del Rotary all’interno della propria associazione
professionale…”.
Nel sogno di ogni rotariano
non c’è la semplice carità ma qualcosa di più: non solo l’aiuto ma l’assistenza
a chi necessita del suo aiuto; nel suo paniere da offrire al bisognoso non vi è
solo il pesce per sfamarlo ma l’attrezzatura per aiutarlo a pescare quel pesce
e renderlo libero ed indipendente. Questa la nostra filosofia, ben diversa da
quella delle altre libere associazioni di volontariato!
In queste associazioni
prevale la logica generalista del “Dono”. Chi entra a farne parte è animato dal
bisogno di donare, anzi di donarsi, spogliandosi della sua intrinseca natura di
homo oeconomicus e trasformandosi spontaneamente in homo donator. E’ il bisogno di raggiungere altre persone
dotate dello stesso entusiasmo e volontà di operare liberamente nell’interesse
della Comunità, senza distinzioni e selezioni. Entusiasmo certamente
encomiabile. In Italia l’attuale normativa sul volontariato è regolata dalla Legge
266/91, che ha messo un punto fermo ed importante tra il variegato mondo del
volontariato e le pubbliche amministrazioni che ne usufruiscono. Dall’esame,
anche sommario, degli articoli della legge si rileva che le associazioni di
volontariato sono libere ed aperte a tutti. Inoltre, queste associazioni sono
vincolate dalla legge, con obbligo di formazione di bilanci, assoluta gratuità
delle prestazioni dei soci, e con lo svolgimento delle finalità espressamente
indicate nello statuto.
Credo che le differenze prima
evidenziate tra le diverse strutture, pur rivolte entrambe al sociale, dimostrino,
senza ombra di dubbio, come il Rotary e le Associazioni di volontariato sono due
mondi alquanto diversi, anche se con un unico comune obiettivo: la solidarietà.
La solidarietà noi rotariani
la conosciamo molto bene perché la pratichiamo tutti i giorni, in tutto il
mondo, anche in modo speciale. Si, in “modo speciale”, perché
nel mondo esistono anche dei “rotariani
speciali”: sono i Volontari del
Rotary. Sono dei qualificati professionisti che dedicano parte del proprio
tempo e delle proprie risorse ad effettuare personalmente operazioni
umanitarie. Sotto il nome di volontari del Rotary , si celano persone
straordinarie, sono medici, ingegneri, insegnanti, tecnici agricoli, etc., animati da un particolare spirito di
servizio, che, rinunciando alle ferie, al tempo libero, si recano nelle zone
più svantaggiate del Pianeta per curare la cecità, vaccinare bambini,
realizzare pozzi o strade, e quant’altro possa portare sollievo a popolazioni
che mancano di tutto. Il Rotary, cari amici, tra i suoi numerosi soci annovera anche quelli
speciali!
Grazie della Vostra sempre
gradita attenzione!
Mario
Nessun commento:
Posta un commento