Oristano 31 MARZO 2019
Cari amici,
Sull’invasione delle
specie aliene, sia vegetali che animali, che da tempo turbano il delicato
equilibrio dei nostri ecosistemi millenari consolidati, ho già avuto modo di
scrivere sul mio blog personale dei numerosi pericoli derivanti. Chi ha piacere può andare a leggere quanto scrissi il
28 gennaio 2017, cliccando sul seguenti link: http://amicomario.blogspot.com/2017/01/ecosistemi-ed-equilibrio-linvasione.html,
oppure quanto scrissi ancora il 30 aprile 2017: http://amicomario.blogspot.com/2017/04/linvasione-delle-specie-aliene-i.html.
Trai i tanti problemi che
assillano la nostra isola a livello di ecosistemi violati, uno in particolare si
è rivelato più di altri di assoluta gravità: quello creato dal punteruolo rosso, che in tempi
relativamente brevi sta annientando il nostro consolidato patrimonio di palme
di vario tipo, a partire dalla Palma delle Canarie (Phoenix canariensis), per
arrivare poi anche alle altre, come la Palma nana (Chamaerops humilis).
Il Punteruolo rosso ha fatto la sua comparsa in Italia nel 2004-2005 (per la prima volta in Toscana), diffondendosi poi prima in Liguria e Sicilia e arrivando rapidamente nelle altre regioni, compresa la Sardegna. Da allora le palme presenti sul territorio italiano hanno conosciuto la minaccia più grave della loro storia plurisecolare.
Il Punteruolo rosso ha fatto la sua comparsa in Italia nel 2004-2005 (per la prima volta in Toscana), diffondendosi poi prima in Liguria e Sicilia e arrivando rapidamente nelle altre regioni, compresa la Sardegna. Da allora le palme presenti sul territorio italiano hanno conosciuto la minaccia più grave della loro storia plurisecolare.
Il Punteruolo è un grosso
Coleottero della famiglia dei Curculionidi; è chiamato Punteruolo per la presenza di un vistoso rostro in prosecuzione del
capo e può raggiungere i 4 cm di lunghezza. Il suo nome scientifico è Rhynchophorus
ferrugineus, dovuto alla colorazione ferrigna della superficie dorsale
dell’insetto, talvolta ornata di macchiette e striature nere. La specie è
originaria delle foreste tropicali dell’Asia e della Melanesia, dove si nutre
di numerose specie di palme selvatiche; successivamente, in conseguenza dell’aumentato
commercio mondiale delle specie arboree, ha iniziato, nascosto all’interno
delle palme, a diffondersi rapidamente, raggiungendo l’areale mediterraneo.
In Italia pare sia arrivato
proveniente dall’Egitto, Paese da cui sino agli anni ’90 venivano importate
annualmente, a basso costo e in assenza di seri controlli fitosanitari,
migliaia di palme adulte pronte all’impianto per uso ornamentale.
Nelle regioni
di provenienza il Punteruolo utilizzava per la sua nutrizione e riproduzione le
coltivazioni di palme da cocco (Cocos nucifera) e da datteri (Phoenix
dactylifera), mentre nell’area mediterranea si è abilmente insediato negli
esemplari della Palma delle Canarie (Phoenix canariensis),
la specie di palma di gran lunga più diffusa nell’area mediterranea sia negli
spazi pubblici sia nei giardini privati.
La scelta fatta dal
punteruolo non è casuale: questa palma infatti offre condizioni particolarmente
favorevoli all’insediamento dell’insetto (tenerezza del tronco, elevata
temperatura interna, ecc.); pur essendoci segnalazioni di attacchi ad altre specie,
quali Palma da dattero, Palma nana (Chamaerops humilis) e diverse specie del
genere Washingtonia, la preferita dall'insetto resta la Palma delle Canarie.
Ebbene, amici, ho fatto la
precedente introduzione per parlarvi del convegno che il nostro club, per rendere oltremodo noto il serio problema e anche nell’intento di creare una
maggiore sensibilizzazione, ha inteso organizzare sabato 30 marzo a Milis, nella splendida
struttura di Villa Pernis (che vanta un superbo, antico giardino dei primi
del Novecento), coinvolgendo studiosi ed esperti.
Vi hanno preso parte: il
nostro prof. Raimondo Zucca dell’Università di Sassari (ormai prossimo
presidente del club), che ha tenuto una relazione dal titolo “Phoenix, una presenza antica”, la
dr.ssa Dora Soru della direzione generale dell’Agenzia Regionale Forestas
(nostro presidente designato), che ha relazionato il pubblico su “Il punteruolo rosso, diffusione”,
il dr. Achille Loi, tecnico agronomo dell’azienda Nuova Prima (del nostro socio dr. Luigi Attianese), che ha tenuto una
relazione su “Il punteruolo rosso,
sistemi di lotta e prevenzione” e il dr. Italo Vacca del ‘Vivaio i Campi’, che ha
parlato di “Visioni per una Sardegna
post punteruolo”.
Un pubblico attento ha
seguito le dotte relazioni, a partire da quella storica del prof. Zucca, che
con sapiente maestria ha riepilogato la lunga presenza delle palme nell'areale
mediterraneo, a partire dall'Egitto e dalla sua millenaria civiltà; le successive relazioni hanno
messo in luce la pericolosa diffusione di questo coleottero, che al momento
appare difficile da combattere, perché i diversi sistemi in uso da quello dell’irrorazione
a quello delle ‘iniezioni’ nel fusto della palma di appositi medicamenti,
appaiono insufficienti a risolvere il drammatico problema che rischia di far
scomparire intere piantagioni, oltre a cancellare interi viali cittadini resi spogli e privi di verde, desertificando anche il
nostro meraviglioso ambiente costiero.
Al termine dell’interessante
convegno una visita guidata ai giardini di Villa Pernis è servita, oltre che per
allietare lo spirito, a preparare il gruppo all’amichevole convivio comunitario,
svoltosi presso l’antica, restaurata “Casa Casula”, che ha deliziato i
partecipanti con gustose specialità locali.
Amici, un convegno davvero interessante (portato avanti con l'Ordine degli Agronomi della Provincia) che sicuramente contribuisce a rendere ancora più noto il nostro impegno nei confronti della nostra Comunità
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